sabato 26 maggio 2007

zodiac

A differenza di molti, non grido al capolavoro, al riguardo di Zodiac.

Per due ore e mezza ci si cala nelle investigazioni su un serial killer che per quasi venti anni terrorizzò la California, con una serie di omicidi raccapriccianti e difficilmente inquadrabili in un unico modus operandi.
Da una parte ci sono le investigazioni classiche della polizia (con tutti i suoi problemi di coordinamento e le difficoltà a raccogliere prove sufficienti), dall'altra la curiosità di un giornalista di nera - che finirà anche con l'essere minacciato dallo zio Zodiac - e soprattutto l'ossessione di un collega di quest ultimo, vignettista che finirà col proseguire le indagini da solo, quando ormai nessuno sembra credere più alla possibilità di catturare il colpevole.

La prima parte, nella quale le indagini della polizia porteranno all'identificazione del principale indiziato, è molto buona e mantiene la giusta coesione: il mistero sull'identità del killer tiene abbastanza alta la tensione ed i molti dettagli lasciano allo spettatore la possibilità di farsi una propria idea ed al tempo stesso di nutrire dei dubbi; anche il presentare tutti gli errori commessi dagli investigatori contribuisce alla giusta atmosfera.
La seconda metà invece presenta il miliardesimo tizio qualunque che si ossessiona talmente tanto a qualcosa da mandare tutta la sua vita a puttane (e che puntualmente risolve il caso - o forse no, ma quanto meno ne esce) che io abbia visto al cinema.
Niente di tragico, intendiamoci, ma pecca di scarsa originalità e si fa fatica ad esserne davvero coinvolti.

David Fincher a me piace molto, e sulla regia c'è ben poco da dire: non intrusiva, ma sempre impeccabile; bella la fotografia e notevole la selezione musicale.
Bravini gli interpreti, anche se a me Jake Gyllenhaal dice il giusto; per tutta la prima parte Robert Downey Jr. procura il loro bel da fare ai tecnici degli effetti speciali e della computer grafica, che sono riusciti a farlo sembrare sobrio. ;-) Nella seconda parte invece si limita a recitare se stesso. ;-)
A dir poco inquietante vedere un Anthony Edwards con una marea di capelli in testa, almeno rispetto agli standard a cui ci aveva abituato.

Nel complesso, un film anche pregevole e confezionato con cura, ma a cui manca quel quid che gli avrebbe fatto fare il salto di qualità.

Voto: 7.
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