lunedì 29 ottobre 2007

dai ard 4

La saga di John McClane si è sempre mantenuta su eccellenti livelli: se poi ci si limita ai due capitoli firmati John McTiernan, siamo nell'olimpo del cinema d'azione.
Sfortunatamente il quarto episodio viene affidato all'inetto Len Wiseman e - peggio che mai - viene ampiamente riadattato per non avere noie, nell'ambiente casto e puro della facile-moralista Hollywood dei giorni nostri.
Manica di squallide fichette: il bello di Die Hard era il suo essere scorretto (ma "giusto"), fracassone ed esagerato; questa volta invece si punta ad ottenere un commercialmente utile PG-13 e le differenze con i precedenti R si sentono eccome. :-|

Una squadra di temibili acheri informatici attacca in maniera sistematica le infrastrutture essenziali degli Stati Uniti: trasporti, comunicazioni, energia, ricerca e soccorso sono in mano loro ed il paese sprofonda nel caos.
Per puro caso McClane viene incaricato di recuperare un hacker che ha inconsapevolmente contribuito al disastro, salvandolo poco prima di una morte certa.
Con lo sfigatello di turno al seguito, inizierà la ricerca dei cattivi per la dovuta punizione. In mezzo, pure la maturazione d'ordinanza del pivello: triplo YAWN.

Come e più che in quella sopravvalutata porcata di Transformers, qui la tecnologia viene veramente usata come l'equivalente della bacchetta dello stregone: tre righe di codice e vien giù il mondo, due comandi ed attivi telecamere/ponti/dighe/vibratori dall'altra parte del mondo, componi un sms e riesci a riprogrammare il cellulare per collegarsi ai satelliti (sticazzi: fisicamente improbabile! ;-))
Sarà deformazione professionale, ma mi uccide la sospensione dell'incredulità, oltre a risultare una via troppo comoda per risparmiare agli sceneggiatori la fatica di giustificare QUALSIASI COSA: "eh, l'ha fatto l'akaro kattivo kol kompiuter..."
Adesso basta, grazie.

La regia è ad esser buoni mediocre, scadente la sceneggiatura e la recitazione di Bruce Willis buttata un po' lì e con nessuna battuta davvero degna di nota. Si vede anche poca canotta degna di questo nome. :-)
Taciamo poi sul fatto che Timothy Olyphant ed il pur pregevole corpicino di Maggie Q non possono neanche lontanamente sostenere il confronto con coprotagonisti come Samuel L. Jackson e Jeremy Irons. Altro calibro, signori.

Le scene d'azione, poi, mancano di originalità e sono dirette maluccio.
Credo che non ci sia molto da aggiungere.
Sprecata la presenza di Kevin Smith (ok, deve mangiare pure lui...)

Voto: 4.5 (oddio, alla fine si guarda anche, ma... a che pro?)
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

perche' non avete citato quell'attore italiano che era un personaggio di una soap opera... mi sembra vivere o cento vetrine. non mi riesce ricordarmi come si chiama... ma fa parte dei cattivi e recita in italiano.

Davide Alberani ha detto...

Edoardo Costa (meglio noto come ex della Seredova), e non l'ho citato semplicemente perché non lo avevo neppure notato.
Grazie per la segnalazione. :-)