sabato 28 febbraio 2009

cinechiappe

Il Mai Nato (The Unborn) è un film sul culo fatto col culo.
Nello specifico, le pregevolissime natiche della ventiquattrenne Odette Yustman - che si fanno più che apprezzare ma purtroppono non salvano la pellicola. :-)

La nostra eroina con la predilizione per la lingerie ultra-aderente inizia ad avere delle visioni del bambozzo inquietante di turno fin dai titoli di testa. Non paga di ciò, i suoi occhi cambiano colore.
Si rivolge allora con fiducia al Dottor Ogekuri che la cura con vigorosi colpi di... - no, quella è la storia che ho visto Nella Mia Testa® - dicevo, l'oculista le fa venire il dubbio d'essere una gemella, cosa prontamente confermata dal babbo (la mamma è morta suicida tempo prima) che non rivedremo mai più dato che, presagendo rogne, se la squaglia lontanissimo lasciando la figlioletta tutta sola con le sue ragguardevoli chiappe.
Lei dimostrerà di saper bene come usarle, tanto col fidanzato tanto con una serie di colpi di fondoschiena che la porteranno a trovare sua nonna in un ospizio.
L'arzilla progenitrice, più suonata del campanello di un bordello, si improvviserà deus ex machina e (non invitata a farlo) ci racconterà la storia della loro famiglia e di come tutto sia iniziato con gli esperimenti del dottor Mengele nei campi di concentramento (cfr. "Cattivo Gusto"), dove il suo gemello è morto per poi risorge posseduto da un satanasso e con il potere di fare lo sguardo inquietante (sempre buono per i film di serie Z). Non compreso perché troppo avanti coi tempi, la nonna lo accoppò (again), ora però a lui gli girano e cerca vendetta su tutti i membri della famiglia abbiano un Lato B degno di nota (la mamma era Carla Gugino, se permettete).
Culosamente, il rabbino della mutua (Gary Oldman) la istruirà su come liberarsi dello spirito maligno ed imbastirà una ganga di pirla pronti a sacrificarsi durante un esorcismo di stampo giudaico.

Canonico a livelli imbarazzanti, l'intero film non ha neppure un elemento che non sia già stato abusato mille volte negli ultimi dieci anni: bambino inquietante, specchi, possessione, esorcismo, musica che esplode sul momento topico; un vero concentrato di idee trite e ritrite, messe malamente insieme da una regia inconsistente.
Eppure non lascia del tutto insoddisfatti: è talmente forzato e spiegato dall'inizio alla fine, talmente prevedibile e risibile nel suo non far paura, che può anche risultare divertente.
Il presunto colpo di scena finale, poi, non solo è citofonato da fare impressione, ma - se solo si fa l'errore di pensarci un po' su - è anche un monumento alla stupidità del satanasso in questione: se sta per succedere quel che sta per succedere, perché mai sbattersi a perseguitare tutti?!?! Ma tieni un profilo basso, rintronato di un demonietto! :-)
Catastrofici i dialoghi e le prove attoriali di tutti (e si insiste coi primi piani, pure!) Chissà il povero Oldman come c'è finito in mezzo.

Tornando alle cose serie, non solo Odette Yustman sfoggia il già citato sedere, ma pure un visetto innocente, un pancino ben tornito, tette sode (tutto sotto biancheria intima stile seconda pelle, non fatevi illusioni) e pure un fugace cameltoe. Eh bé, quando un film ha il coraggio d'osare... :-)

Voto: 2 Trashometro® 7/10: Una sfilata di Victoria's Secret con un bimbetto inquietante sullo sfondo.
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domenica 22 febbraio 2009

doomsday!

Doomsday è qui! Ma purtroppo non ci ucciderà tutti...

Dopo il pregevole The Descent, Neil Marshall pensa bene di dirigere un filmone di medio budget come Doomsday, producendo una delle peggiori zozzerie che il cinema ricordi.

Nel 2000-e-rotti un virus letale decide che la Scozia è un posto tanto degno quanto qualunque altro per manifestarsi. Prontamente, e con un eccesso di umanità, l'intera regione viene isolata e lasciata morire.
Qualche decennio dopo un nuovo focolaio scoppia a Londra e le misure del governo sono drastiche quanto insensate: allagare tutto, sterminare mezza popolazione (cosa che consoliderà il loro potere - EHU? WHAT THE FUCK?!) ed inviare una squadra composta da quella pataccona di Rhona Mitra - già figlia di una scozzese e che ha un occhio di vetro bionico sempre buono per simpatici scherzi tra amici - ed una manciata di fessi sacrificabili al centro della prima epidemia.
Quel che infatti è stato a tutti taciuto è che il Scozia ci sono dei sopravvissuti (e te lo dico: da dove venivano gli Highlanders?) che forse sono diventati immuni grazie alla cura sviluppata da un noto siensiato (nothing less than Malcolm McDowell, per dire in che mani si erano messi) rimasto intrappolato nella zona di quarantena.
Troveranno una serie di comunità che compensano con l'entusiasmo giovanile le loro pecche organizzative: tutti cercheranno immancabilmente di ucciderli (e loro non li deluderanno, morendo da veri pirla) finché la nostra eroina non verrà posta di fronte ad una terribile verità: non ce l'ha solo lei, al mondo! :-) No, un momento: la rivelazione verteva sul fatto che l'immunità è naturale, e non esiste alcuna cura. Ovviamente ciò non impedirà a nessuno di consegnare una tizia immune ai malvagi governanti, che si suppone ne abuseranno fino a tirarle fuori la cura dal sangue. Col senno di poi, non proprio un finale edificante, se vogliamo... :-)

Eppure la sola trama - pur cretinotta forte - non rende giustizia dell'aberrante stupidità del film: i dialoghi consistono interamente di sagaci frasettine ad effetto, i blindati hanno vetri che vengono perforati da delle lance e tutte le vetture esplodono al minimo impatto.
Ancora meglio: Malcolm McDowell ha creato (perché gli tirava il culo) una intera società simil-medievale nei pressi di un antico castello, e non ci verranno risparmiati combattimenti con cavalieri in armatura, lancia e mazza ferrata! A bilanciare ciò, la società post-grunge che imperversa in città: migliaia di thug presi di peso e controvoglia da Mad Max, dediti ad ogni sorta di violenza su se stessi e sugli altri (buono il barbecue di invasore!)
Questi loschi figuri sono degnamente guidati dal grande Sol, che è fin d'ora il mio nuovo idolo assoluto: si tratta infatti di un feroce capo-curva dalle dubbie capacità espressive ma da grande entusiasmo, ricordando in tutto e per tutto il mitico Zed del secondo Scuola di Polizia. :-)
Questo soggettone deve le sue doti di trascinatore di folle anche alle sue abilità artistiche: il balletto che inizia con Good Thing dei Fine Young Cannibals è uno dei momenti più trash della storia del cinema. No, sul serio: si fatica a crederci. Non che l'inseguimento della bentley si piazzi molto sotto, a dire il vero...

Regia inetta, scadente sotto ogni altro punto di vista, va anche ricordato come il primo film in cui Rhona non si spoglia (che dire: l'avranno chiamata per le capacità attoriali...) In compenso c'è Bob Hoskins, se vi piace il genere!

Voto: 1. io-me ora sente stu-u-u-pi-do! io-me adesso amputa testa dolente!
Trashometro® 8/10:
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domenica 15 febbraio 2009

Benjamin Button

Con 13 nomination all'Oscar, Il Curioso Caso di Benjamin Button mi pare raccolga molto più di quanto non meriti. Anche tenendo conto del fatto che ormai ci sono più categorie che film in concorso. :-)
Il problema principale, è che da una storia breve di Scott Fitzgerald sarebbe probabilmente stato saggio trarre un film breve, e non un mezzo polpettone da 166 minuti.

Nella New Orleans del 1918 nasce un bambino con l'aspetto e gli acciacchi di un ultra-ottantenne. Morta la madre di parto, il padre lo abbandona sulla soglia di una pensione per anziani dove una giovane donna lo accudirà facendolo crescere tra i vecchi ospiti, fintanto non sarà pronto per trovare la sua via nel mondo.
Passano gli anni, ed il bambino si sviluppa... ringiovanendo fino a diventare quel figaccione di Brad Pitt. :-)
Pur afflitto dalla sua singolare condizione (l'essere Brad Pitt, mica il ringiovanire!), riuscirà a vivere la vita e ad innamorarsi di una ragazzina (che nel mentre cresce normalmente, come ovvio) conosciuta quando lui assomigliava ad un settantenne alto un metro e quaranta.

I momenti topici del film non mancano e sono molto efficaci (nel rappresentare l'inizio e la fine delle varie fasi della vita), quel che convince meno è quanto c'è stato messo in mezzo per riempire il tutto: troppo lungo e non particolarmente ispirato. Troppe volte si ha la sgradevole sensazione che lo scrittore Eric Roth ci stia propinando Forrest Gump II - Back For The Money.
Gli stessi dialoghi in certe occasioni risultano un po' stucchevoli, ed in un film in larga parte narrato la cosa si sente.
Niente da dire sulla qualità della regia di Fincher, così come sulla fotografia. Buona la musica.
La tiratissima, lucidatissima ed inceronatissima Cate Blanchett e Brad Pitt fanno pure il loro lavoro, anche se nel caso di lui mi pare che la candidatura ll'Oscar rientri nella categoria "ehi, per tre quarti di film ha tanto trucco addosso/aggiunto-al-computer che non lo si riconosce: PRESTO, CANDIDIAMOLO ORA PRIMA CHE TORNI NORMALE!"
Insomma: se ne sono già viste anche troppe, di candidature così. O magari sono io che ho copiosamente le mie cose...

Per il resto - per carità - commuoverà a dovere, poco da dire.

Voto: 6.5. Troppe nomination.
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giovedì 12 febbraio 2009

Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone

Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone non è solo una bieca operazione commerciale.
Perché che sia anche una mossa pecuniaria di infimo livello, credo sia fuor di discussione: abbiamo avuto la serie, due film (di cui il primo una oggettiva truffa), la versione platinum, i manga, la versione definitiva, la versione per veri fan-boy e la versione per chi non ci aveva capito un cacchio.
Ora esce questo, che è il primo di quattro film e che non saprei bene come classificare: sufficientemente fedele alla vecchia trama da potersi permettere di ripescare (ampiamente) dal materiale della vecchia serie, è anche abbastanza nuovo da introdurre concetti e punti di vista interessanti (e da lasciar presupporre gustosi sviluppi).

Tenendo presente che considero la serie una delle cose migliori mai realizzate (e sì, anche e soprattutto le due puntate finali - mi beo di dire che le ho pure capite, ma non chiedetemi di spiegarvele ;-) - così come il secondo film), mi risulta un po' difficile affrontare questo nuovo oggetto con l'adeguato distacco critico, e quindi mi limiterò a sottolineare alcuni difetti, senza soffermarmi troppo sui meriti che eredita dal materiale di partenza. :-)

Il fatto è che ripercorrere ancora una volta gli eventi già visti fa un po' specie, soprattutto considerato il fatto che per ovvi motivi di tempo il tutto risulta un po' condensato; come se non bastasse, la nuova carne al fuoco è per ora ancora troppo vaga per capire se ne varrà davvero la pena. Giusto così, comunque: è ragionevole pensare che nei prossimi tre episodi i nuovi elementi finiranno per parare da qualche parte.
Vero problema, per quanto mi riguarda, è che forse l'ho trovato poco adatto a chi si avvicina per la prima volta all'universo Evangelion: mettendomi nei panni di chi non ne sappia nulla, avrei avuto serie difficoltà nell'interessarmi ai personaggi. Il che è male (e figlio di un percepibile "effetto sunto"), e di certo non era tra i difetti della serie originale. Sicuro, io conosco anche la taglia delle mutandine della signorina Misato e quindi posso integrare quello che vedo con quel che già so, ma onestamente non è così che si realizza un prodotto nuovo.

La trama ve la leggete da qualche altra parte: per chi sa di cosa sto parlando, basti il fatto che si arriva fino al sesto episodio (l'operazione Yashima) e che Shinji appare leggermente meno fesso del solito. ;-)
Nuove cose ci sono (Toh, il buon vecchio Kaworu Testadighisa! ;-)) ma come detto al momento troppo accennate per trarre conclusioni.

Sotto l'aspetto tecnico niente da dire, a parte che potevano pure sbattersi a ridisegnare tutto invece che riciclare abbondanti spezzoni della (pur ancor oggi impeccabile) serie. La computer grafica viene utilizzata in maniera egregia ed anche le nuove parti sono ben integrate con le vecchie. Viene da chiedersi perché abbiano deciso di usare un nuovo - rimaneggiato - logo per la NERV, quando nei vecchi spezzoni è ancora presente quello classico (spiegheranno poi?)
L'audio italiano è buono, anche se alcune voci non mi sono sembrate così ispirate.

Vedremo dove ci porterà lo zio Hideaki, qui al lavoro con lo Studio Khara, sua nuova creatura dopo un progressivo allontanamento dai Gainax.

Voto: 8. Pregevole, ma forse non per chi è a digiuno di Evangelion; l'opera andrà comunque valutata nella sua interezza.
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domenica 8 febbraio 2009

untraceable

Avrei voluto spendere due parole su The Horsemen, film da evitare per tutta una serie di motivi, ma poi m'è capitato tra capo e collo un Nella Rete del Serial Killer, il cui 6.1 su IMDb grida vendetta... :-)

Un agentessa dell'FBI, specializzata in crimini informatici (i.e.: sputtana i soldi dei contribuenti per arrestare rivenditori di orologi-patacca su Internet ;-)), si imbatte in un nuovo shock-site dove la vittima viene torturata ed uccisa in diretta, mentre tutto il mondo - o almeno la parte di mondo che non ha di meglio da fare - segue la cosa via streaming. Onde dimostrare che Internet è malvagia, più spettatori si connettono al sito e più in fretta la vittima muore (perdendosi, se vogliamo, pure il gusto della tortura lenta e straziante...)
Ben presto il caso diventerà una questione personale - e ti pareva - e la suddetta agentessa dovrà temere per la propria stessa vita (si nota invece un malcelato disinteresse verso quella dei colleghi).

Regia pietosa e sceneggiatura scritta a quattro mani e zero cervelli, il film propone una serie di dialoghi eminentemente idioti.
Vero punto di forza - specie per chi sa accendere un computer - è però l'ossessivo ricorso al jibba-jabba hi-tech, con tanti termini tecnici messi insieme alla rinfusa e nessun contatto con la realtà.
Commovente la spiegazione sul perché il sito non è rintraccibile, con termini come "botnet", "indirizzo IP" e "DNS" buttati lì a caso. Ha persino un che dell'instant-movie, quando accenna senza alcuna connessione logica al dibattito sulla "net neutrality".

Per farla breve: il sito viene seguito contemporaneamente anche da decine di milioni di persone, fintanto che il cattivo di turno - che qui aveva anche eccellenti motivazioni - non viene fermato da Diane Lane.
Nota surreale, il fatto che se vogliamo una buona metà dei contatti del sito sembrano provenire dall'FBI stessa, tutta intenta a guardarsi i filmati su internette piuttosto che a risolvere il caso. :-)

Non meno doloroso del già recensito FeardotCom.

Voto: 1. Trashometro® 4/10: Ma magari sono io particolarmente sensibile al jibba-jabba hi-tech.
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