giovedì 30 aprile 2009

musi-marchetta non pagata

Liquido subito RocknRolla con un 5 di stima, ma davvero non ci siamo: il Guy Ritchie degli inizi si è perso chissà dove.

Passando alla marchetta, i proverbiali amici degli amici (a cui non è mai saggio rifiutare favori ) e che incidentalmente frequentano pure questa rinomata casa del trashometro, mi chiedevano di commentare il loro primo lavoro musicale.
Trattasi dell'album Collettivo Dantzig dell'omonimo gruppo, che suppongo faccia riferimento ai troppi matematici con quel cognome o forse a qualcosa di completamente diverso.

Premesso che è certamente possibile che i miei gusti musicali facciano cagare e che io sia un ignorante puzzone che non capisce un cacchio di musica, devo dire che a me sono piaciuti e anche molto. E poi se non altro una o due persone scopriranno che esiste jamendo, che assieme a lastfm considero essere l'unico pseudo-a-social network degno di esistere.
Gli mp3 sono taggati come "blues" (e suppongo lo sia), anche se si usa pure il sintetizzatore. Di mio non mi formalizzo e faccio perennemente ricorso al jolly "jazz" (cfr: "quando non sai che cosa è, è jazz", che coi libri si traduce in "quando non sai che cosa è, è letteratura"... non mi sovviene il corrispettivo cinematografico, buffo).
Hanno un andamento molto soft, e come stile mi hanno ricordato alcune cose di Ani DiFranco (non so se ciò che ho detto corrisponda al vero e/o se loro gradiranno il paragone, ma non son poi mica fatti miei! )

Tanto per leccinvogliarmi, mi chiedevano anche a cosa si potesse associare, cinematograficamente; non sarà niente di eclatante, ma trovo che non avrebbero sfigurato come sottofondo in alcuni episodi di Firefly (fondamentalmente, un action-western-e-molto-altro di fantascienza) e considerato quanto amore provo per la serie, direi che è un complimento.

Versione breve: a prescindere da tutto, andate su jamendo e cercatevi un po' di musica, che male non può farvi.

venerdì 24 aprile 2009

bloodrayne

Grande Uwe Boll! Con questo BloodRayne ha dimostrato di saper dirigere non solo ottimi film a basso costo, ma anche grande cinema nel contesto di una superproduzione!
Sì superproduzione, e lo si capisce già dal cast: Kristanna Loken e la sua ex fidanzata Michelle Rodriguez (vedere alla voce "lesbiche da film" - ovvero "diavolo, credevo che quelle vere fossero fatte diverse!" ), Michael Madsen e pancetta al seguito, Geraldine Chaplin vecchia babbiona, Meat Loaf (eh, oh...), Udo Kier, Michael Paré e Billy Zane! E, se vi sembra poco, pure Gandhi in persona!
Spero siano stati pagati tutti in alcolici di bassa lega, perché mi rifiuto di credere che qualcuno abbia partecipato a tale scempio da sobrio.

Cooomunque... la nostra cara Terminatrix nel 18esimo secolo faceva la Dampira (mezza-umana, mezza-vampira, tutta-topa) in un freak show. Neanche una brutta vita, una volta che ci si abitua alle coltellate per impressionare il pubblico. Ad ogni modo, scappa ed opportunamente incontra una vecchiarda del servizio informazioni e pettegolezzi, che le comunica che sua madre venne stuprata da Gandhi (e sì che pareva tanto buonino...), vampiro di quelli cattivi che più cattivi non si può - tanto da stare tutto il tempo nel proprio castello a dare ordini ad un branco di inetti.
Inizia dunque l'immancabile vendetta, alla quale collaboreranno due cacciatori di vampiri membri o-forse-no di una spensierata combriccola di gente dedita a... a... e chi cavolo ci ha capito qualcosa?
Si chiacchiera decisamente troppo, ma l'attesa per i combattimenti viene ampiamente ricompensata: gente immobile e telecamera nel frullatore! Che soluzione innovativa! Imperdibile il duello di spada con Gandhi.

Un'ora e mezza che ha la logica di un nugolo di cavallette: la gente compare a sciami, fa cose e se ne va - non prima di aver devastato i neuroni degli spettatori.
Società segrete pubblicizzate sulla guida Michelin, tesori inesimabili protetti da fenomeni da baraccone e motivazioni deliranti.
Se voleva essere un monumento alla casualità delle circostanze della vita umana è un capolavoro, ma qualcosa mi dice che non sia così...

Preso in edizione inglese, tra gli extra c'è pure una estenuante cena di quasi 50 minuti con zio Uwe che sproloquia sulla settima arte, che mi sono ben guardato dal visionare.

Forse del sommo maestro sono più affezionato a Alone in the Dark e House of the Dead, ma anche questo filmone rientra a pieno titolo nel suo "best of".

Voto: 1-fa-maaale!
Trashometro® 8/10:
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domenica 19 aprile 2009

fast & furious

Della serie veloce & furiosa vidi solo il primo, che svolgeva anche bene il suo mestire di film maraglio e caciarone.
Fast & Furious punta invece su... non ho capito bene cosa, ma direi qualcosa di profondamente sbagliato.

Ambientato ad un certo punto della continuity dell'Universo Toretto, vede il nostro eroe intento a procacciarsi vendemmia-tremendissima-vendemmia contro un grande narcotrafficante. Alla caccia dello stesso uomo il solito detective-o-quel-che-è O'Conner.
Non ci crederete, ma il tutto è una scusa per mettere in piedi qualche gara di corse.

A me sta anche bene che la trama sia ridotta all'osso, ma qui abbiamo una serie di buchi di sceneggiatura e di non-sense da fare invidia ai film di Godfrey Ho.
Discorso analogo per le parti d'azione: non c'è problema se vengono violate le leggi della fisica, ma almeno facciamo in modo che le riprese siano fiche da vedere.
Invece, la confusissima regia ci regala corse incomprensibili da seguire ed un fastidioso eccesso di primissimi piani di Vin Diesel, che qui scende un altro gradino del sottoscala recitativo in cui si è gettato con entusiasmo da tempo.


Voto: 4. Noioso ed inutile, se non per ridere delle one-liner che costituiscono l'interità dei dialoghi.
Trashometro® 2/10:
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martedì 14 aprile 2009

manos!

Manos: il pipparolo del fato
It's Shocking! It's Beyond Your Imagination! (no davvero...)

Quando un titolo resta per anni nelle prime posizioni della bottom 100 di IMDb, un motivo c'è sempre.
Come con altri del suo calibro, una volta finito Manos: The Hands of Fate non hai solo visto un film: sei entrato a far parte di una famiglia; ti guardi in giro tra la folla, e capisci subito chi ha visto Manos. E prima o poi mi farò la maglietta "io sono sopravvissuto al film di Alberto Tomba"...

Ben prima dei navigatori GPS, una coppia (più figlioletta rompina e cane pulcioso al seguito) si perdono nel bel mezzo del nulla; sembra dunque saggio fermarsi alla prima catapecchia diroccata, dove Torgo in persona (non so se rendo... ) li consiglia di scavarsi in fretta dalle scatole o il Master si sarebbe contrariato.
Vero padre di famiglia d'altri tempi, il babbo dimostra d'avere polso e si impone: tutta la sua famiglia si installerà nella topaia, e al diavolo il padrone! Il quale lo prende in parola e - forte dei poteri conferiti dalla malevola divinità di serie B Manos - inizia senza troppo impegno a perseguitarli.
In tutto ciò si innesta una affascinante sotto-trama sulle molte e niente affatto affascinanti mogli del Maestro, che trameranno alle sue spalle.
Finale con una raffica di colpi di scena di inaudita bellezza (ma anche no).

Pur durando solo un ora e 14 minuti e pur non succedendo nulla per la prima mezz'ora buona, la visione di Manos richiederà tempi ben più lunghi spesi in riabilitazione fisica e mentale.
Girato con una videocamera che riprendeva una trentina di secondi a botta, risulta dolorosissimo sotto qualunque aspetto: la "sceneggiatura" è devastante e gli interpreti (non professionisti) da deportazione.
Realizzato con un tocco davvero "anni 30", per spaventare punta tutto sulle capacità espressive degli attori. Inutile dire che gli è andata proprio male.
Male tanto quanto al cast stesso: non solo non vennero pagati, se non con la promessa di una percentuale di incassi inesistenti, ma morirono pure come mosche in rapida successione negli anni seguenti alle riprese. Il che ci insegna a non prendersi gioco di Manos!

Davvero troppi gli aneddoti al riguardo, non sono molti i film così osceni da meritarsi un breve documentario celebrativo (che dovrò recuperare...)

Voto: 1. O-SCE-NO ed imperdibile!
Trashometro® 10/10:
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