martedì 27 aprile 2010

le frisson des vampires! Oh, cielo...

Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi è un film che può sconvolgere menti e stomaci deboli, di chi non è avvezzo al trash autoriale ed ai titoli improbabili.

Due neo-sposini (francesi, nel caso vi fosse venuto il dubbio) intendono trascorrere la prima notte di nozze nel castello di proprietà dei fratelli di lei. Solo parzialmente turbati dalla notizia della recente dipartita dei due estrosi congiunti, optano per stabilirsi nel rudere, salvo che la mogliettina non vuole più saperne del marituccio dal dubbio fascino e nelle notti seguenti non gliela farà neppure annusare in fotografia.
Lui fa un po' il broncio, ma in fondo appare rassegnato ad una vita di onanistiche soddisfazioni - forse addirittura sollevato al pensiero...
Lei invece non disdegna di intrattenere spensierati ed altamente simbolici consessi carnali con le giovani domestiche e con tutte quelle che le capitano a tiro, non ultima la signora-o-signorina che abita nella pendola (la sceneggiatura non l'ho scritta io quindi non fatevela con me, eh... )
La ricomparsa dei semi-defunti fratelli Cip & Ciop, vestiti come Rita Levi Montalcini (che fa sempre molto glam-rock), aggiungerà ulteriore fetore alla già mefitica trama. Girando vorticosamente intorno agli sventurati interlocutori ed alternandosi nel dialogo, ci informano che la sorte ria li ha tramutati dai più grandi cacciatori di vampiri della storia (a sentir loro, almeno) in creature della notte assetate di sangue.
Per motivi non limpidissimi la sorellina dovrà essere sacrificata e/o lesbo-vampirizzata; non è però chiaro quanto lei sia consenziente a tutto ciò né il ruolo della già citata abitante della pendola, ma sia come sia, una liberatoria alba porrà fine alle loro ed alle nostre sofferenze. Forse.

Pur essendo alquanto doloroso, è un film d'epoca (1971) che sa anche regalare notevoli soddisfazioni per le circostanze, i dialoghi ed i grandi interpreti.
Cose imparate: le francesi dell'epoca si rifiutavano categoricamente di iniziare una conversazione se prima non si erano tirate giù una o due spalline al fine di mostrar la tetta. Culture Differenti® che per una volta mi sento anche di condividere...

Voto: sarebbe un 1, ma di fronte a tanta squinternata tetta artistica non mi sento di dare voti (comunque si vede poco e niente: non crediate sia un film di QUEL genere).
Trashometro® 10/10: un dieci pieno sul trashometro (trashometro fresco, ma adatto solo a filmbruttari di un certo livello)
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domenica 25 aprile 2010

the crazies

Ho ricordi un po' vaghi (ma abbastanza amorevoli) dell'originale di Romero del 1973; la nuova versione de La città verrà distrutta all'alba mi pare ne riprenda il concetto generale e poco altro.

In una piccola cittadina della provincia americana precipita un aereo che trasporta una tossina. La sua diffusione - attraverso l'acqua - porta ad una epidemia di follia ed istinti omicidi.
In mezzo al caos, sembrano restare sani lo sceriffo e sua moglie, il vice ed una manciata di altre persone (che evidentemente tracannavano solo alcolici e non si lavavano da giorni ); l'arrivo dell'esercito non sarà foriero di pace e tranquillità.

Una buona partenza ed un finale noto e prevedibile ma accettabile, il film ha qualche pecca realizzativa ma nel complesso riesce a tenere alta la tensione.
Pur non presentando niente di mai visto prima, molte scene sono ben costruite; il problema è una eccessiva lunghezza che ad un certo punto fa un po' "sedere" il film, vittima della sindrome "e adesso cosa facciamo succedere?". Si segnalano anche una serie di dialoghi molto banali: una ripulita alla sceneggiatura non avrebbe fatto male.

Per il resto, si guarda senza sforzi.

Voto: 6.5
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sabato 17 aprile 2010

the ghost writer

Niente da fare, continuo a trovare Roman Polanski - che pur è sempre cooosì intellettuaaale - uno dei registi più sopravvalutati di sempre (salvo giusto Rosemary's Baby).

La pseudo-trama di The Ghost Writer (sciocco titolo italiano: L'uomo nell'ombra): un povero regista radical-chic non può neppure drogare e stuprare una bambina che subito EvilAmerika® si accanisce contro di lui costringendolo ad una dignitosa fuga...

Oh no - quella deve essere la trama di un altro film. Riprovo: sembra che scrivere le (auto)biografie degli ex primi ministri d'Inghilterra sia un affare serio (come se qualcuno volesse leggerle...) e la cosa viene gestita con una sicurezza degna del proverbiale Fort Knox. Ahilui, il nuovo ghost writer ha l'ingrato compito di finire in fretta il lavoro lasciato a metà dal predecessore, che ha avuto il cattivo gusto di farsi uccidere (pardon: "farsi suicidare").
Ci metterà cinque minuti a scoprire che dietro c'è molto di più e che l'ex primo ministro ha tanto da nascondere, proprio mentre monta un caso polito internazionale, con il tribunale internazionale dell'Aia che vuole metterlo sotto accusa per crimini di guerra (suppongo il concetto qui sia: i tribunali sono buoni fintanto non incriminano te).

Trama inverosimile al di là di qualsivoglia sospensione dell'incredulità, nelle due ore e dieci del film non succede quasi nulla, e quando succede lo fa male.
Oltre ad esser quasi priva di logica, si segnalano un paio di deus ex machina davvero imbarazzanti (con tanto di bifolco che sa tutto, ma non viene ascoltato! Mai più senza! )
Scadenti gli attori: Pierce Brosnan ci delizia con un paio di facce spalmate sulla telecamera davvero notevoli, mente Ewan McGregor è espressivo quanto una spada laser.
Inutile la regia: niente di tragico, magari, ma mai un guizzo od un briciolo di personalità.

No, non salvo davvero niente in un film che puzza lontano un miglio di ripicchina contro il mandato di cattura internazionale del 2005, che al momento lo costringe a degli umilianti arresti domiciliari in una mega-villa. Povero caro, quanto ingiusto accanimento...
Detto ciò, di mio sono dispostissimo a valutare l'opera separatamente dalla merda d'uomo; il problema è che qui anche il film è pessimo.

Voto: 4-. Roman, va ai lavori forzati!
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mercoledì 7 aprile 2010

Gamer

Se, dopo aver visto i trailer, vi volete ancora così male da andare a vedere Gamer, vi consiglio di portarvi dietro una ampia collezione di aghi da infilare sotto le unghie: ne avrete bisogno.

Gerard Butler di mestiere fa il carcerato nel braccio della morte - carriera breve ma non priva di soddisfazioni (e fa sempre curriculum).
Entra in scena Dexter - qui nel ruolo del genio del compiutter - che ha creato una serie di mondi virtuali nei quali gli utenti possono comandare delle persone in carne ed ossa (a dire il vero più "culi e tette" che altro, da quando viene mostrato ) grazie a solito artifizio narrativo impiantato nel cervello a suon di jibba-jabba hi-tech privo di senso.
Ultimo parto della sua geniale quanto empia testolina, un mondo dove i detenuti combattono a suon di armi fichissime, morendo a carriolate. Premio per chi sopravvive a 30 battaglie: la libertà ed un set di pentole in acciaio inox.
Butler ed il ragazzino che lo controlla sono quasi al traguardo, ma qual losco piano si dipana dinnanzi a loro! Ah, perché non ci è dato vivere in un mondo di oneste regole?! Perché?! Perché?! Boh, chissene...

Se avete una vaga sensazione come di "già visto un triliardo di volte", vi state sbagliando: questo non è come i mille film che hanno già sfruttato idee analoghe - è infatti scandalosamente peggio.
Girato dalla solita scimmia col parkinson, ha escogitato un affascinante stratagemma tecnico per nascondere le piccole imperfezioni: coprirle con una colossale esplosione. Il fondale fa schifo? Mettiamoci un'esplosione! Serve un stacco di scena tra due location separate? Esplosione! La trama ha un buco che sembra un cratere? Esplosione!
È bellissimo e molto facile, provateci anche voi: esplosione!

Sorvoliamo sui dialoghi, i concetti triti-e-ritriti, l'overacting costante ed una insultante supponenza che permea tutti i suoi 95 minuti.
Ha però anche alcuni meriti: oltre a settare un nuovo standard negativo per i filmacci d'azione (e non c'è neanche Jason Statham, incredibile), ha procurato una ciotola di cibo a Milo Ventimiglia e John Leguizamo. In tempi di crisi, non è poco.

Voto: 1 - fa intrattenimento quanto un'epidemia di vaiolo.
Trashometro® 7/10:
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