sabato 8 gennaio 2011

Fringe - Stagione 1

In questo periodo la fantascienza pura non vende. Diamine: non vende in libreria, figuriamoci al cinema o in tv.
Questo lo so io, lo sapete voi, e che mi venga un colpo se non lo sa anche quella ghenga di furbi soggetti che sono Roberto Orci, Alex Kurtzman e J. J. Abrams. Furbi. Più furbi che bravi, a mio avviso. E non lo dico con intenti spregiativi: tutto sommato sono anche bravini, nei rispettivi mestieri (imparagonabili però ad un Joss Whedon, per fare un nome non casuale), ma tutta la loro abilità finisce in secondo piano se paragonata alla smisurata furbizia che dimostrano. Al limite della genialità.

Fringe segue le vicende di una squadra speciale dell'FBI che - sotto l'ombrello dell'homeland security - si dedica in maniera non proprio ufficiale ad una serie di casi (battezzati The Pattern) che risultano del tutto inspiegabili, ma che hanno in comune il fare ricorso a qualche avanzata forma di tecnologia, tanto da far pensare che siano collegati tra loro.
Ogni puntata si apre e si chiude su un caso (autocombustione, mutazioni, morti inspiegabili, epidemie, ...), svelando man mano tutta una serie di personaggi ricorrenti dietro a questi eventi che forse sono atti di terrorismo o forse sono parte di un gioco molto più importante e complesso. Figure chiave di ogni indagine, l'agente Olivia Dunham (con un passato complesso) e Walter Bishop, scienziato reduce da decenni passati in un istituto psichiatrico.

Fringe è un fantasy. Lo dimostra il fatto che ogni superstizione e leggenda metropolitana - per quanto puerile possa essere - viene saccheggiata perché sempre buona per farci una puntata.
Ci sono i cavalieri del bene (non necessariamente senza macchia, come è imprescindibile nel 21esimo secolo).
Ci sono i cattivi, che forse hanno solo metodi da cattivi - anche qui, come sempre al giorno d'oggi.
Ci sono i mostri, sotto forma di virus, mutazioni genetiche e satanassi assortiti.
Ci sono le magie, perché per quanta sospensione dell'incredulità possa metterci, un 90% abbondante di quanto mostrato non ha alcun senso in questo universo.
E, più di tutto e tutti, c'è lui: il mago. Perché Walter Bishop è un mago: è capace di fare tutto. Sa tutto. Non ricorda quasi nulla del suo passato e non ha avuto contatti col mondo per anni, ma non importa: dategli il kit del piccolo chimico, e vi muta il DNA. Dategli una sedia da dentista, e si dedicherà alla neurochirurgia mentre fa colazione. Dategli una tinozza, e troverà modo di mettervi in comunicazione con il cervello di un ex collega morto (e/o "diversamente vivo"). Non c'è campo dello scibile (sovra)umano di cui non abbia assoluta padronanza e non c'è cosa che non abbia già realizzato nei suoi spensierati esperimenti di gioventù; porca scoreggia: a qualcuno sembra normale che per curare il figlio da non si sa bene quale buffa patologia, non trovi di meglio che inventare una dannata macchina per teletrasportare nel tempo e nello spazio l'unico medico che nel passato è riuscito a curarla?! (macchina che per inciso più o meno funzionicchia pure...)

In tutto questo, non viene fatto il benché minimo tentativo di fornire un contesto verosimile alla magia: da un lato le si spara talmente grosse che qualunque giustificazione non avrebbe che peggiorato la situazione, dall'altro non ce n'è bisogno: Fringe è un fantasy. Abrams e compagni lo sanno, e quindi neanche ci provano; del resto al giorno d'oggi il grosso del mercato vuole qualcosa che sia al passo coi tempi (nanotecnologia! terrorismo! mutazioni genetiche!) ma che in fondo in fondo segua i più semplici e rassicuranti canoni del fantasy. E quindi trame relativamente semplici e colpi di scena citofonati con 10 puntate di anticipo (il figlio di Bishop, per dire, e credo di aver intuito anche altro, in merito).

Oookay, credo di aver chiarito il punto, ed il fatto che quel che più mi prude è una semplice questione di marketing: se cerchi di vendermelo come un serial semi-fantascientifico, mi aspetto che lo sia. Almeno in minima parte.
Detto questo, il prodotto è senza dubbio realizzato con estrema cura ed una discreta quantità di soldi. Gli effetti speciali sono mediamente decenti (salvo qualche caduta di stile sul finire), la regia è adeguata e la fotografia buona.
Anna Torv è brava e porca quanto basta (ed anche qualcosa di più in fatto di porcaggine, a dire il vero), Joshua Jackson ("L'Amico di Dawson", per i fan) non fa neanche una bruttissima figura e c'è da calarsi il cappello per John Noble, maledettamente bravo nel ruolo del mago... errr... dello scienziato.
Ottime le musiche (del resto, quando puoi permetterti uno come Michael Giacchino...), ed a questo proposito giù il cappello a J. J. Abrams per lo stupendo tema dei titoli.
In generale tutte le puntate sono degne, eppure non riescono mai ad essere davvero memorabili; resta comunque un prodotto accettabile, se si cerca puro svago e qualche mistero (e poi nell'ultima puntata arriva anche un mito d'uomo... :-) )

Da molti è stato definito l'X-Files dei nostri giorni, io mi sento di dire... può anche essere. Di X-Files vidi solo le primissime stagioni, ben prima dell'epoca cupa. Non era affatto male (suppongo avesse i suoi elementi fantasy, ma non mi pare eccedesse) e credo che il paragone sia tutto sommato ingeneroso e poco lungimirante: X-Files aveva più senso e si appoggiava a trame ben più articolate.
Il fatto è che la gente oggi, probabilmente, vuole questo: qualcosa di semplice, che segua canoni ben noti ed adatto ad una soglia dell'attenzione piuttosto bassa.
Non è in sé una cosa negativa, non fraintendete: a me il fantasy piaciucchia anche, e se lo si vuole si può fare un fantasy complesso e approfondito a piacere. Allo stesso tempo non disdegno opere di puro intrattenimento, magari anche un po' superficiali: se assolvono al loro ruolo e riescono ad essere di svago, tanto basta.
Temo però che complessità ed approfondimento non siano ciò che oggi il grande pubblico cerca (specie in lavori di fantasia), e queste restrizioni si prestano particolarmente male alla realizzazione di un serial fantascientifico "serio".
Abrams ed Orci lo sanno, ed infatti Fringe è un fantasy. :-)

Voto: 6. Vedrò le altre stagioni? Non ci penso neanche. :-)

7 commenti:

Unknown ha detto...

Peccato, perchè dopo una seconda stagione bruttina, la terza è entusiasmante.

Davide Alberani ha detto...

@Hytok: davvero? E quanto sarebbe comprensibile e godibile, la terza stagione, saltandosi la seconda (eventualmente leggendo riassunti in giro)?

Unknown ha detto...

Davvero. Scompaiono gli episodi standalone col mostro della settimana, e viene sviluppato il filo conduttore della serie, cioè... l'universo parallelo contenente gli alter ego di ognuno dei personaggi. Le interazioni con quell'universo sono eccezionali, e pure gli attori, che a parte Noble non mi entusiasmavano, sbocciano come fiori.

Se ti leggi i riassunti riesci ad orizzontarti un minimo, anche se ci sono alcuni episodi che dovresti vedere per goderti appieno la terza, quelli che portano i semi del discorso sui mutaforma e l'universo alternativo: 1, 2, 3, 4, 8, 10, 15, 16, 17, 19, 21, 22, 23.

Se proprio non vuoi guardarli, leggiti i riassunti (su Wikipedia o altrove), ma guardati per forza il season finale, cioè gli episodi 22 e 23, che finiscono con un cliffhanger che sfocia nella terza stagione.

MenoManuel ha detto...

Quoto (in parte) hytok.. in parte perchè a me anche la seconda stagione ha entusiasmato un sacco... per il resto sono d'accordo anche io sul commento della prima stagione, ma in generale secondo me è un telefilm da vedere, soprattutto per il fatto che in questo momento ci troviamo in un momento di stallo in fatto di telefilm e credo che questo sia uno dei migliori prodotti in giro al momento... parlo da orfano dei vari Lost (che vedendo come hai giudicato mr. JJ non credo ti abbia colpito molto), 24, Prison Break (che per me finisce alla prima stagione, il resto era un altro telefilm) e Battlestar Galactica.
Se posso vorrei chiudere il commento consigliando un telefilm che mi ha colpito molto, e che mi ha ricordato le atmosfere di Twin Peaks: "Carnivale"; se hai occasione prova a dargli un'occhiata.

Ale55andra ha detto...

Riferendomi al finale della recensione dico che fai malissimo. Perchè potresti anche avere ragione su ciò che dici della prima stagione (anche se secondo me a livello qualitativo voliamo alto), ma il meglio in assoluto di questo telefilm arriva con la fantastica terza stagione. Fidati e sono sicura che concorderai.

Ale55andra

Davide Alberani ha detto...

@manuel
in effetti ho apprezzato molto la prima stagione di Lost, poi ho visto metà della seconda e ho abbandonato: "gli altri" e il conto alla rovescia gridavano "FUFFA!" e non sono riuscito ad andare oltre.

@Ale55andra
vedo che i giudizi positivi sulla terza stagione si sprecano. Dopo tante lodi, se mi riesce credo che mi procurerò la terza e gli episodi fondamentali della seconda come suggeriti da Hytok.

Grazie!

Seconda serata ha detto...

Scommetto nell'inserimento di un'altro universo per la fine della terza stagione, ci state?
Spero veramente che con la terza stagione si sia risollevato, altrimenti aumentano i dubbi sulla tenuta scientifica dei temi inseriti.