domenica 23 gennaio 2011

IMDbPY 4.7

Quando anche Chuck Norris ha fallito, l'umanità ripone trepidante le proprie ultime speranze in... IMDbPY 4.7!

In verità questa è probabilmente la peggior versione di sempre, essendo un triste episodio di transizione seguito al recente (si fa per dire: settembre 2010) redesign di IMDb.
Ad ogni modo, provatelo. E se non funziona, aggiustatelo. E se non siete capaci di aggiustarlo, quanto meno spargete in giro astiose voci sulla sua mediocrità, che l'importante è che se ne parli (io ricambierò con analoghe ed anonime voci riguardanti la vostra vita sessuale).

IMDbPY è un package Python per l'accesso e la gestione dei dati provenienti dal database di IMDb (sia via rete che in copia locale) e può accedere alle informazioni riguardanti film, persone, personaggi e compagnie.
Sono disponibili numerosi programmi basati su di esso.

sabato 8 gennaio 2011

Fringe - Stagione 1

In questo periodo la fantascienza pura non vende. Diamine: non vende in libreria, figuriamoci al cinema o in tv.
Questo lo so io, lo sapete voi, e che mi venga un colpo se non lo sa anche quella ghenga di furbi soggetti che sono Roberto Orci, Alex Kurtzman e J. J. Abrams. Furbi. Più furbi che bravi, a mio avviso. E non lo dico con intenti spregiativi: tutto sommato sono anche bravini, nei rispettivi mestieri (imparagonabili però ad un Joss Whedon, per fare un nome non casuale), ma tutta la loro abilità finisce in secondo piano se paragonata alla smisurata furbizia che dimostrano. Al limite della genialità.

Fringe segue le vicende di una squadra speciale dell'FBI che - sotto l'ombrello dell'homeland security - si dedica in maniera non proprio ufficiale ad una serie di casi (battezzati The Pattern) che risultano del tutto inspiegabili, ma che hanno in comune il fare ricorso a qualche avanzata forma di tecnologia, tanto da far pensare che siano collegati tra loro.
Ogni puntata si apre e si chiude su un caso (autocombustione, mutazioni, morti inspiegabili, epidemie, ...), svelando man mano tutta una serie di personaggi ricorrenti dietro a questi eventi che forse sono atti di terrorismo o forse sono parte di un gioco molto più importante e complesso. Figure chiave di ogni indagine, l'agente Olivia Dunham (con un passato complesso) e Walter Bishop, scienziato reduce da decenni passati in un istituto psichiatrico.

Fringe è un fantasy. Lo dimostra il fatto che ogni superstizione e leggenda metropolitana - per quanto puerile possa essere - viene saccheggiata perché sempre buona per farci una puntata.
Ci sono i cavalieri del bene (non necessariamente senza macchia, come è imprescindibile nel 21esimo secolo).
Ci sono i cattivi, che forse hanno solo metodi da cattivi - anche qui, come sempre al giorno d'oggi.
Ci sono i mostri, sotto forma di virus, mutazioni genetiche e satanassi assortiti.
Ci sono le magie, perché per quanta sospensione dell'incredulità possa metterci, un 90% abbondante di quanto mostrato non ha alcun senso in questo universo.
E, più di tutto e tutti, c'è lui: il mago. Perché Walter Bishop è un mago: è capace di fare tutto. Sa tutto. Non ricorda quasi nulla del suo passato e non ha avuto contatti col mondo per anni, ma non importa: dategli il kit del piccolo chimico, e vi muta il DNA. Dategli una sedia da dentista, e si dedicherà alla neurochirurgia mentre fa colazione. Dategli una tinozza, e troverà modo di mettervi in comunicazione con il cervello di un ex collega morto (e/o "diversamente vivo"). Non c'è campo dello scibile (sovra)umano di cui non abbia assoluta padronanza e non c'è cosa che non abbia già realizzato nei suoi spensierati esperimenti di gioventù; porca scoreggia: a qualcuno sembra normale che per curare il figlio da non si sa bene quale buffa patologia, non trovi di meglio che inventare una dannata macchina per teletrasportare nel tempo e nello spazio l'unico medico che nel passato è riuscito a curarla?! (macchina che per inciso più o meno funzionicchia pure...)

In tutto questo, non viene fatto il benché minimo tentativo di fornire un contesto verosimile alla magia: da un lato le si spara talmente grosse che qualunque giustificazione non avrebbe che peggiorato la situazione, dall'altro non ce n'è bisogno: Fringe è un fantasy. Abrams e compagni lo sanno, e quindi neanche ci provano; del resto al giorno d'oggi il grosso del mercato vuole qualcosa che sia al passo coi tempi (nanotecnologia! terrorismo! mutazioni genetiche!) ma che in fondo in fondo segua i più semplici e rassicuranti canoni del fantasy. E quindi trame relativamente semplici e colpi di scena citofonati con 10 puntate di anticipo (il figlio di Bishop, per dire, e credo di aver intuito anche altro, in merito).

Oookay, credo di aver chiarito il punto, ed il fatto che quel che più mi prude è una semplice questione di marketing: se cerchi di vendermelo come un serial semi-fantascientifico, mi aspetto che lo sia. Almeno in minima parte.
Detto questo, il prodotto è senza dubbio realizzato con estrema cura ed una discreta quantità di soldi. Gli effetti speciali sono mediamente decenti (salvo qualche caduta di stile sul finire), la regia è adeguata e la fotografia buona.
Anna Torv è brava e porca quanto basta (ed anche qualcosa di più in fatto di porcaggine, a dire il vero), Joshua Jackson ("L'Amico di Dawson", per i fan) non fa neanche una bruttissima figura e c'è da calarsi il cappello per John Noble, maledettamente bravo nel ruolo del mago... errr... dello scienziato.
Ottime le musiche (del resto, quando puoi permetterti uno come Michael Giacchino...), ed a questo proposito giù il cappello a J. J. Abrams per lo stupendo tema dei titoli.
In generale tutte le puntate sono degne, eppure non riescono mai ad essere davvero memorabili; resta comunque un prodotto accettabile, se si cerca puro svago e qualche mistero (e poi nell'ultima puntata arriva anche un mito d'uomo... :-) )

Da molti è stato definito l'X-Files dei nostri giorni, io mi sento di dire... può anche essere. Di X-Files vidi solo le primissime stagioni, ben prima dell'epoca cupa. Non era affatto male (suppongo avesse i suoi elementi fantasy, ma non mi pare eccedesse) e credo che il paragone sia tutto sommato ingeneroso e poco lungimirante: X-Files aveva più senso e si appoggiava a trame ben più articolate.
Il fatto è che la gente oggi, probabilmente, vuole questo: qualcosa di semplice, che segua canoni ben noti ed adatto ad una soglia dell'attenzione piuttosto bassa.
Non è in sé una cosa negativa, non fraintendete: a me il fantasy piaciucchia anche, e se lo si vuole si può fare un fantasy complesso e approfondito a piacere. Allo stesso tempo non disdegno opere di puro intrattenimento, magari anche un po' superficiali: se assolvono al loro ruolo e riescono ad essere di svago, tanto basta.
Temo però che complessità ed approfondimento non siano ciò che oggi il grande pubblico cerca (specie in lavori di fantasia), e queste restrizioni si prestano particolarmente male alla realizzazione di un serial fantascientifico "serio".
Abrams ed Orci lo sanno, ed infatti Fringe è un fantasy. :-)

Voto: 6. Vedrò le altre stagioni? Non ci penso neanche. :-)