domenica 3 aprile 2011

[mezze stagioni] Misfits

In realtà non si tratta di una mezza stagione come il titolo lascia intendere, ma quando gli episodi sono appena 6 è difficile parlarne come se fossero una intera annualità.

Un gruppo di ventenni, colpevoli di reati minori, stanno scontando svogliatamente i loro mesi di servizio per la comunità presso un centro di recupero in un sobborgo immaginario di Londra.
Non essendo campioni di buone maniere, faticano a collaborare tra loro e con i loro tutori... fintanto una strana tempesta non li colpisce, sconvolgendo le loro vite in maniera inattesa.

I sociopatici protagonisti di Misfits si ritrovano infatti con dei superpoteri con cui dovranno fare i conti, e non saranno gli unici: molti altri abitanti del quartiere svilupperanno singolari capacità, e spesso le useranno per compiere azioni esecrabili.
Simon è un asociale in grado di diventare invisibile, Kelly una chav capace di leggere le menti, Alisha genera irrefrenabili impulsi sessuali al solo contatto, Curtis può - in situazioni di stress - riavvolgere il tempo. Non partecipa alla distribuzione di superpoteri (almeno all'apparenza), lo squinternato Nathan.
Coinvolti loro malgrado in un omicidio, i cinque protagonisti dovranno combattere contro una misteriosa figura che li perseguita e sembra sapere tutto sul loro conto.

Sguaiato, caciarone, sboccato e in molti casi disgustoso, Misfits fa sfoggio di una caratterizzazione degli eroi tipicamente inglese (molto Warren Ellis, verrebbe da dire, anche se non c'è nessuno che fumi continuamente).
Droga, alcool, stravizi sessuali e volgarità costanti: i superpoteri sono capitati ad un gruppo di persone davvero impreparate a riceverli, e infatti proseguono le loro vite fuori fase come se niente fosse (o quasi).

Fino a qui, sembra la descrizione del solito tentativo di catturare un pubblico adolescenziale con un po' di trasgressioni assortite. Eppure Misfits va molto oltre, riuscendo ad essere un mix sorprendente di ilarità e dramma. Merito di una discreta (anche se non originalissima) sceneggiatura, buoni (volgarissimi) dialoghi, una regia che sa il fatto suo e soprattutto di una serie di protagonisti perfetti per i propri ruoli. O forse sbagliatissimi. Fatto sta che non sembrano recitare e questa, quando devi interpretare uno squinternato, è sempre una buona cosa!

Questo Heroes in salsa sociopatica inglese potrebbe far storcere il naso agli amanti dei supereroi classici, ma se approcciato con il giusto spirito cazzaro non mancherà di regalare grandi soddisfazioni.

Ho già in casa la seconda stagione (sempre di sei episodi), e non vedo l'ora di iniziarla.

Voto: un dannatissimo 9, signori!

PS: rigorosamente da vedere in lingua originale, non fosse altro per il deliziosamente incomprensibile accento della truzza Kelly!