domenica 5 agosto 2012

Sangraal: la rivincita de Er Mutanda

Quante cose belle hanno dato al cinema i sandaloni, realizzati da eroi che spesso si nascondevano dietro pseudonimi, senza realizzare che un giorno l'internetz avrebbe favorito la nascita di una nicchia di estimatori anche per loro.
Nicchia di cui mi beo non fare parte così come, a ben guardare, neppure questo Sangraal: La Spada di Fuoco che, essendo stato realizzato nel 1982, per quanto mi riguarda è arrivato ben dopo la puzza (che presumiamo piuttosto pungente) dei sandaloni.

Sangraal è un pompatissimo gianduione che - non privo di una certa parlantina - convince un branco di disperati a seguirlo con la promessa di una terra fertile in cui prosperare. ("e un milione di posti di lavoro - e se siete in 15, son cazzi vostri!")
Giunti in una dannatissima sassaia non meno brulla del luogo di partenza, mulinerà le braccione un po' per dar aria all'ascella, un po' per sgominare i bulli locali che minacciavano il locale assembramento di catapecchie.
Il saggio reggente decide dunque di sbolognare tutte le sue beghe sulle palestrate spalle di Sangraal, il quale si produce nel suo consueto show di grandi promesse elettorali...

...solo per essere sbugiardato appena cinque minuti dopo, quando le non-proprio-inarrestabili truppe di Nanuk (l'empio di turno) raderanno al suolo le catapecchie, uccidendo quasi tutta la già scarsa popolazione - compresa la figlia del re, nonché sposa del nostro scolpito eroe - mentre lui se ne resta legato come un salame ad assistere all'immondo spettacolo.
Roba che se la fai in palestra, ti tocca pure di pagare.
Nanuk, è bene precisarlo, è il più classico cattivo da operetta con tanto di risata sguaiata, e si ritrova suo malgrado a prendere ordini da una divinità del fuoco scarsamente tettuta che lo comanda a bacchetta trattandolo d'un male che fa quasi compassione.
Forse a causa di queste sue continue vessazioni teocratiche, svilupperà una vera e propria ossessione verso SANGRAAAAAAAL, di cui urlerà il nome ogni tre per due (mal celando una probabile pulsione omoerotica).

Il nostro uomo col perizoma verrà salvato da un cinese che passava di lì per caso (il non del tutto ignoto Hal Yamanouchi) e dalla bella del villaggio, che non mancherà di palesare i suoi prudori alla vista dei guizzanti muscoli di Boccoli d'Oro Sangraal.
I tre iniziano il più consueto percorso di maturazione ed avvicinamento al cattivo (che, volendo, stava dall'altra parte della strada) che li porterà anche a scontrarsi con singolari creature delle caverne temibili quanto sagome di cartone.
La cui morte è un campionario di pose scomposte.
E non dimentichiamo gli Ewoks che li rapiscono essenzialmente perché sì (va detto che il terzetto, pur mosso dalle migliori intenzioni, sembra avere poco chiaro il concetto di "proprietà privata", e quindi in fondo un po' se la cercano).
E anche qui non perdiamo occasione di dedicarci al bondage, che piace sempre!
Giungono infine dal Saggio Della Montagna, che fa loro presente che quella settimana al Mediaworld c'è il sottocosto sulle Spade di Fuoco, finissimo oggettino che indosso a Sangraal farebbe un fi-gu-ro-ne!
Ma, scusi... è questa qui?  Sul volantino sembrava una cosa più di classe.  Ma il modello senza pelo di caprone ce l'avete?
Munito di tale letale arma - e nessuna nozione su come usarla - si sentirà ringalluzzito al punto da sfidare il cattivo e la sua dea in un duello degno delle più emozionanti puntate dei Teletubbies.

Filmone che si distingue per i già citati boccoli del protagonista dalle improbabili mutande e per la presenza di un branco di disperati vestiti in maniere a dir poco mal assortite.  Non dimentichiamo un po' di tetta, cortesemente procurata - si suppone - dal regista Michele Massimo Tarantini, già autore di commedie scollacciate.
Vero filo conduttore del film è però una grottesca voce narrante a là Gassman Legge che sottolineerà ogni momento topico (e anche un po' di momenti meno topici) con dei pistolotti morali da prenderlo a sberloni.

Bello, bello, bello: film che agli amanti del trash darà molto.

Voto: 1, come le mutande nel guardaroba dell'eroe.
Trashometro®: 10/10  (trash classico di gran pregio!)