giovedì 2 luglio 2009

diary of the dead

Impantanato chissà perché in una distribuzione da terzo mondo, tocca rivolgersi al solito generoso mercato inglese anche per Diary of the Dead.
Le recensioni non erano entusiastiche ed anche il pubblico reagì con freddezza; inevitabile quindi un minimo di sospetto verso l'ennesimo zombie-movie di zio Romero.
Ebbene, per quanto mi riguarda tutte le voci critiche si sono rivelate dead wrong.

Un vero e proprio reboot (concetto che di norma non amo), per aggiornare gli zombie ai giorni nostri: d'improvviso, senza alcuna motivazione, i morti si animano ed iniziano ad attaccare i viventi. Il panico è immediato e devastante: in brevissimo tempo l'intera società si sfalda; niente più sicurezza, né legge, né comunicazioni.
Un piccolo gruppo di studenti di cinema - che ovviamente stavano girando un horror - s'imbarcherà in un viaggio verso casa nella speranza di trovarvi ancora qualcuno vivo.

Concetto non dissimile da quello già esplorato in tutti gli altri della serie, la differenza qui la fa la modalità narrativa: il film è infatti presentato come se fosse il montaggio definitivo di una serie di spezzoni di riprese girate dagli studenti stessi - in particolare uno di loro, ossessivo nella sua mania di documentare quanto sta accadendo.
Come facilmente prevedibile il viaggio sarà tutt'altro che agevole, ed occasione tanto di sgraditi incontri quanto delle immancabili riflessioni romeriane (il già visto "siamo degni d'essere salvati/siamo poi così diversi da loro?" ma anche e soprattutto uno sguardo molto critico ai nuovi media ed ai nuovi modi di diffondere e fruire la comunicazione).

Romero dovrebbe stanare e uccidere tutti coloro che solo per questo hanno paragonato il suo lavoro a Cloverfield e The Blair Witch Project; sono sempre stato un detrattore dell'abuso della telecamera a mano, ma quel che davvero conta è cosa racconti, e Diary of the Dead nei suoi 95 densi minuti racconta molto e soprattutto lo racconta dannatamente bene.
Senza tralasciare il piccolo dettagli che - a differenza dei due titoli citati - questo film fa davvero paura, quando decide di farla.

Aveva tutti gli ingredienti per risultarmi alquanto sgradito (reboot, telecamera a mano, nuovo capitolo di una serie che sembrava aver detto tutto o quasi, l'addentrarsi in un campo non suo come l'utilizzo dei nuovi media, ...), ed invece ho finito con l'adorarlo, anche se la mia pare essere una opinione non così diffusa.

Voto: 9.5. Lo zombie che non ti aspetti!
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4 commenti:

scary clips ha detto...

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Eraserhead ha detto...

Concordo in toto. L'ultima immagine è da paura, in tutti i sensi.
E ora aspettiamo ...of the dead.
:Q___

Davide Alberani ha detto...

@Eraserhead: davvero sconfortante che non sia stato apprezzato quanto merita, e non ne capisco davvero il motivo.

C'è chi dice che dopo i vari "28 Qualcosa Dopo" gli zombie lenti non piacciano più al pubblico.
Col cavolo! Gli zombie lenti di Romero sono infinitamente meglio (e poi li usa in maniera impeccabile!)

Mah...

brunez ha detto...

peccato per distribuzione nostrana, è una cosa insopportabile che succedano ste cose. lo vedrò anch'io in inglese a sto punto :)