Discutendo con l'egregio Luca Busi sui rispettivi tumulti interiori, egli giunse a propormi una affascinante congettura: "alla fine viviamo in un tempo senza costrutto, ma con molto strutto".
Lasciò dunque a me il compito di dimostrarla ed approfondirla, secondo rigorose regole (20 giorni per quattro facciate A4, font Arial massimo corpo 16 - ho usato il 15 - 2 cm di margine, nessuna immagine).
Eccovi dunque il risultato di tanto struggimento. Gli haiku per ciascun capitolo (con tanto di kigo e kireji: siam mica puffaroli) sono un extra per farsi perdonare il giorno di ritardo nella consegna.
Alla
fine viviamo in un tempo senza costrutto,
ma con molto strutto
Ovvero
come imparammo a friggercene dei nostri guai.
- una
prosa libera di
Davide Alberani su traccia di
Luca Busi -
In principio fu lo strutto
fine
adipe
fin dalla porcilaia,
dentro le panze
Quale
che sia l'approccio gnoseologico alla genesi dell'Universo che si
voglia seguire – sia esso religioso, filosofico, scientifico o
Lovecraftiano – la mente acuta e l'occhio non prosciuttato
riconoscerà in tutti questi metodi un chiaro elemento comune, dal
quale la nascita dell'Universo (indubbiamente il luogo più
incasinato in cui vi capiterà occasione di trascorrere la pausa
pranzo) non può in alcun modo prescindere: lo strutto.fin dalla porcilaia,
dentro le panze
È infatti palese che tutte le dottrine prevedono uno stato iniziale di candida quiete e oleosa purezza, seguito – per imponderabili quanto imbarazzanti fluttuazioni intestinali – da un turbamento seminale, un'asimmetria impercettibile, uno struggimento appunto, auto-amplificato in un feedback indubbiamente negativo che ci ha portato all'attuale bordello.
L'Universo è dunque nato strutto, e strutto morrà.
Da una tale visione panteistico-culinaria, ne consegue che lo stesso dio non potrà essere altro che purissimo strutto, troppo candido per essere direttamente contemplato da occhio umano, eppure sempre presente nelle sue tante incarnazioni di derivazione suina.
Con questo non vogliamo certo togliere dignità all'altra metà del creato; ci sono infatti forti indizi che lo strutto sia in realtà solo parte della materia fondamentale di cui l'Universo si nutre: basti infatti osservare l'energia dello strutto (890 kcal – ringraziamo per questo dato l'untuosa Wikipedia); tale valore appare una evidente approssimazione, se si considera che 42 moltiplicato per la propria metà (21, ignoranti!) fa 882: cifra sospettosamente vicina a quanto riportato e che ci induce ad ipotizzare un complotto che da tempi immemori mira a celare la reale natura del mondo. Confidando non ci sia bisogno di spiegare il banale salto logico che da quanto sopra ci fa concludere che lo strutto abbisogna di una degna controparte per dare un senso alla vita, l'Universo e tutto quanto, non risulta difficile comprendere che la restante componente è identificabile nella Nutella, così cromaticamente distante dallo strutto quanto ad esso vicina per la quantità di goduria che è in grado di distribuire ai figli della Terra. Coppia ferrarese e Nutella: il segreto per la pace nel mondo e la pace dei sensi.
Azdoragenesi
caldo
l'olio
sudata la nonnina,
amore fritto
Chiunque
abbia anche solo delle basi di astronomia, comprende bene che
l'iniziale stato di purezza ed altissima concentrazione era destinato
ad essere seguito da una fase iperinflattiva in seguito alla quale
l'adiposa materia – via
via meno
compatta – ha avuto modo di riorganizzarsi, aggregando le
sue differenti
componenti per realizzare l'azdora:
essere perfetto, infaticabile motore che trasforma lo strutto in
prelibatezze.sudata la nonnina,
amore fritto
Sublime momento, unicum nell'intera cosmologia, le generazioni delle nostre nonne e bisnonne hanno rappresentato il massimo punto di equilibro tra facilità estrattiva della bianca materia prima e la capacità – oseremmo dire l'incoscienza – di usarla senza curarsi delle conseguenze dietetiche.
Abbiamo quindi avuto decine di anni di squisitezze basate sullo strutto: crescentine, piadine, taralli, cannoli e una infinità di altre, per tacer di eccellenze alimentari affini allo strutto, quali i sublimi ciccioli.
Le
implicazioni socio-economiche di questo evento catartico sono sotto
gli occhi di tutti: e se la storia manca di identificare
l'indissolubile legame tra boom economico e la vigorosa spinta
energetica derivata dall'ingestione di prodotti in cui la forza dello
strutto scorreva potente, è solo imputabile ai già menzionati
poteri forti che hanno agito nell'ombra per occultare la verità.
Generazioni
d'oro sono cresciute nutrendosi di alimenti genuini (lo strutto non
mente!) e la loro energia si è riversata nelle loro opere: grandi
infrastrutture
sono sorte dal nulla, al sol fine di trasportare lo strutto (e la
lieta novella delle ricette che lo contengono) in giro per la
nazione. Una crescita economica che è anche stata accompagnata da
crescita morale: era
infatti un'epoca
in cui c'era gioia nell'insegnare e nell'apprendere nuovi modi di
usare lo strutto: le ricette regionali sono il vero mattone su
cui è stata edificata
l'Italia!Non va poi dimenticato che tutte queste energie ebbero ricadute non solo materiali, ma anche erotico-affettive: tutto quell'accumularsi di strutto in lombi e fianchi fu certo causa prima del baby-boom, ben più del miglioramento della situazione economica che coinvolse la maggior parte della popolazione (e che comunque ebbe la stessa causa).
Lo strutto è amore!
La coda del maiale
caduca
coda,
non più noi ci si strugge
al fast food
non più noi ci si strugge
al fast food
Come
spesso accade, la troppa opulenza è fonte di declino (citofonare
quei debosciati degli antichi romani per maggiori dettagli),
e tanto rapida fu l'ascesa di quelle generazioni fortunate
quanto improvvisa ed imbarazzante fu la caduta delle
successive.
Una
strettissima spirale discendente
(degna
parte terminale del porco)
nel giro di pochissimi anni ci
precipitò in una serie infinita di orrori. Prima
ancora che il gnocco fritto potesse freddarsi, ci ritrovammo
circondati da McDonald's, Burghy, Spizzico ed altri templi del grasso
idrogenato. Come mucche al
macello, gli avventori – che pur avevano conosciuto la fragranza
dei prodotti genuini – si avviarono in massa ad assaggiare ogni
giorno cibi sempre uguali, privi
di storia e amore.
Una
felicità effimera, quella data da questi prodotti seriali privi di
personalità: come sperare di
trovare ispirazione in un BigMac?
L'industrializzazione, coi suoi prodotti sempre identici, ci
ha privato di spirito critico, di capacità di apprezzare le
sfumature e persino di eleganti
spunti di conversazione (e.g.
“diobò, ieri ero dalla Gigina a mangiare le crescentine: me n'è
cascata
una fuori dal piatto che era così unta che dopo si vedeva attraverso
il tavolo!”)
Stolta
la mente che di fronte all'orrore fin qui descritto già vacilla!
Stolta e destinata ad essere
sconvolta dall'ancor più spaventevole seconda parte del diabolico
piano che
ci ha allontanato dalle cose buone e grasse della vita.
La
prima fase era infatti volta a rendere assuefatti a tanta banalità i
palati delle nuove generazioni; compito facile, essendo sufficiente
puntare su componenti quasi insapore per poi far leva sulla sola
quantità: panini sempre più grandi venivano infatti stantuffati giù
per i gargarozzi, saltando a piè pari i centri del sapore.
Tutto
ciò fu però soltanto il
primo passo: una
volta formata una popolazione di obesi privi di gusto, fu gioco
facile convincerli che tutte le regole alimentari che gli erano state
insegnate – incentrate su junk-food in quantità industriali –
erano sbagliate e che l'unica via di salvezza non era già
il ritorno alle tradizioni
(ormai solo sbiaditi ricordi nelle papille dei più anziani), bensì
un abominevole binomio formato da cibo
macrobiotico e porzioni da
canarini morti.
Che
shock, osservare il progressivo rimpicciolimento di merendine quali
girelle, crostatine e tegolini (e non credete a chi vi dice che siete
voi che siete diventati più grandi: no! Sono loro ad essere
diventate più piccole!) Ancor peggio è andato ai frequentatori di
ristoranti, che sempre più spesso oltre a ridurre le porzioni hanno
sostituito i menù con erbacce
che anche una capra schiferebbe.
Sugna o son desto?
mondo
morto
pur privo di costrutto,
strutto nel cuore
pur privo di costrutto,
strutto nel cuore
Al
giorno d'oggi lo sfilacciamento del tessuto sociale, palese
conseguenza di quanto sopra esposto, è sotto gli occhi di tutti.
Niente più è fatto per durare, nulla ha un senso in questo tempo
senza costrutto. Lo
scoramento attanaglia i nostri cuori e ci fa struggere al pensiero di
epoche più liete, quando
l'odore di fritto era sinonimo di bontà.
Sempre
più difficile da reperire e continuamente osteggiato dai salutisti,
lo strutto ed i suoi derivati continuano a vivere grazie alla
dedizione di manipoli di estimatori, che si tramandano ricette nelle
quali la margarina è bandita.
Le
forze in campo sono ancora poche e
la pressione sociale che vi invita a consumare parodie di cibi basati
sulla soia è ancora soverchiante,
ma le nuove tecnologie vengono in nostro aiuto e sempre più spesso
vengono organizzate nostalgiche mangiate in luoghi
dove le tradizioni sono ancora vive.
Non
abbandonate dunque la speranza! Struggetevi pure al ricordo di tempi
migliori e di fronte all'attuale mancanza di costrutto di una società
che vi vede ai margini, reietti
col fegato gonfio di bellezza e le coronarie intasate di amore, ma
non dimenticate le nostre radici e siate
sempre pronti a combattere per la reintroduzione di elementi tanto
nobili nella vostra ed altrui dieta.
Ricordate sempre che se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge... tutto si frigge nello strutto!