La seconda stagione di Misfits non fa che riconfermare il positivissimo giudizio meritatosi dalla prima.
Riprendendo da dove si erano chiusi i primi sei episodi, ovvero dalla scoperta del potere di Nathan, i cinque protagonisti si ritrovano ancora alle prese con il loro servizio per la comunità.
Nei nuovi sei episodi (più uno speciale natalizio), i rapporti tra i cinque subiranno una serie di evoluzioni, finendo col creare un vero gruppo e col fare e disfare coppie.
In continuità rispetto alla precedente stagione, anche stavolta a farla da protagonista saranno eccessi, oscenità e nefandezze di ogni genere: se prima sembravano personaggi un po' alla Warren Ellis, ora l'unico termine di paragone è Garth Ennis: se fosse esistita una comunità di recupero in Preacher, sarebbe stata popolata esattamente da questi personaggi.
Si partiva da ottimi livelli sotto qualunque aspetto, eppure si notano significativi miglioramenti: regia matura, uso spettacolare di una fotografia desaturata ed ambientazioni claustrofobiche unite ad angoli di ripresa innovativi ed obiettivi tilt. Questa seconda stagione setta standard altissimi sotto qualunque aspetto tecnico, oltre ad ottime interpretazioni e dialoghi spettacolari (se non altro ci si fa una cultura in quanto a sinonimi di "genitali" e loro usi estrosi).
Netti miglioramenti anche nella sceneggiatura che ora non si dipana più come sequenza di episodi in larga parte scollegati tra loro, ma segue un indirizzo ben preciso: uno strano personaggio incappucciato segue il gruppo e sembra indirizzarli ed aiutarli nei momenti di difficoltà; scoprirne l'identità e le motivazioni porterà il gruppo alla maturazione (negli obiettivi se non nei modi!)
Quello di Misfits è un universo surreale nel suo essere anonimo, periferico e post-industriale, eppure riesce a coinvolgere proprio grazie al contrasto tra una scenografia volutamente grezza e personaggi sopra le righe.
Voto: 10, assolutamente da non perdere (ancora una volta, in lingua originale).
Ed ora, come sempre, deprimiamoci riflettendo sul perché la nostra televisione di stato riesce a produrre solo Don Matteo.
1 commento:
E in effetti non sopporto il non-eroe della prima stagione, al quanto insopportabile. Di idee però ce ne sono.
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