domenica 28 settembre 2008

Kung Fu Panda

In molti casi non sono neanche male (anzi), ma capita spesso che viva i film della DreamWorks come intermezzi tra due film della Pixar.
Perché diciamolo: anche se ultimamente non mi ha fatto impazzire, la casa di Luxo ha una cura nella sceneggiatura ed una qualità dei personaggi inarrivabili (ed anche a livello tecnico stabiliscono tutte le volte lo standard).

Kung Fu Panda voleva essere un filmetto leggerino e divertente, fatto anche un po' col malcelato scopo di leccare il sedere a mandorla dei cinesi (e mi risulta gli sia andata parecchio male, in questo senso).
Il risultato, purtroppo, è un filmetto fin troppo leggero.

Po è un panda obeso ed inetto con la fissa del kung-fu; per una serie di sventure verrà scelto come discendente di una grande scuola, e si ritroverà a combattere un nemico fortissimo che vuole vendetta.

Non chiedevo molta più trama, ma un po' più di dettaglio sui personaggi sì: protagonista e maestro a parte, il resto sono davvero figure sullo sfondo, con tutte le loro potenzialità non sfruttate (il maestro tartaruga non avevano davvero idea di come gestirlo, diciamolo).
Le gag sono anche simpatiche (ma siamo alle torte in faccia) e la parte di maturazione del protagonista non è neanche male, benché banale a morte.
Il problema è che la sensazione che ti lascia è che abbiano abbozzato lo scheletro di trama classica di questo genere di film... per poi dimenticarsi di aggiungerci un po' di carne sopra: non c'è nulla di clamorosamente sbagliato, ma solo perché - struttura base a parte - non c'è proprio niente altro.

Niente da dire a livello tecnico, anche se non è certo questo l'apice dell'animazione al computer.

Sarebbe forse il caso che qualcuno tra i distributori italiani leggesse i nomi dei doppiatori originali: a noi invece è toccato Fabio Volo (che ha l'unico pregio di essere leggermente meglio dei calciatori chiamati a fare i doppiatori).

Voto: 5. Carinuccio, almeno per i più piccoli. Ora indovinate quale film sto aspettando con ansia... :-)
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sabato 27 settembre 2008

RIP PN

Lo so che Paul Newman è morto di cancro, ma mi piace pensare che se ne sia andato facendo a sportellate con Juan Pablo Montoya durante una 24 Ore di Daytona. :-)
Suppongo non gli sarebbe dispiaciuto.

giovedì 25 settembre 2008

Burn After Reading

A costo di subire gli strali dei più, lo dico: i fratelli Coen sono radical-chic da paura e terribilmente sopravvalutati.
No scherzo, dai: è ovvio che sono io che non capisco e sono un bruto incolto... ma che vi devo dire? Fargo aveva un passo insostenibile, No Country for Old Men era di certo pregevole (ma quanti erano i meriti del testo originale, della fotografia e di Bardem? E comunque a mio avviso Before the Devil Knows You're Dead ed Eastern Promises sono su un altro pianeta).
Passando alla commedia, O Brother, Where Art Thou? era un piccolo gioiello, lo ammetto, mentre il tanto osannato The Big Lebowski mi ha lasciato perplesso: certo, ottimi personaggi, ma se dovessi adesso - a distanza di mesi dalla visione - fare un sunto della trama, sarei in serio imbarazzo.

Se il grosso dei film finora citati non mi ha esaltato (o mi è al più piaciucchiato), il vero fondo è stato toccato con Burn After Reading.
Una trama risibile (del tutto sconclusionata e priva di verosimiglianza) e dialoghi fiacchi finiscono per affondare tutto il film - comprese le buone prove attoriali, prima fra tutte quella di Brad Pitt deficiente da antologia purtroppo poco e mal sfruttato.
Qualcuno ha parlato di messaggio dirompente e di fine critica sociale; il messaggio che è arrivato a me è: "che culo che abbiamo ad essere così ben visti nei salotti buoni, che possiamo permetterci di campare qualunque vaccata noi si sforni..."

Un analista della CIA viene licenziato in tronco, inizia a scrivere le sue memorie di fuoco sull'agenzia, ma il CD con la bozza del testo - niente che abbia il minimo interesse, comunque - viene smarrito in una palestra dove alcuni cerebrolesi lo trovano e sperano di poterlo utilizzare come strumento di ricatto.
Nel mentre, tutti scopano tutti per scacciare i fantasmi delle rispettive crisi di mezz'età (oh, sì: proprio dirompente e radical-chic), ma in fondo in fondo sono dei bambinoni immaturi. La CIA si limita a pulire lo sporco più evidente.

Intrecci di vicende e corpi privi di senso, poche battute degne di una risatina a denti stretti e molte stupidaggini da "oh cavoli, ho proprio finito le idee, e adesso cosa facciamo capitare?" (il coinvolgimento dei russi, soprattutto).
Come è giusto che sia, tutto finirà in niente.

Poi intendiamoci: tra le numerose coppie di fratelli che tanto male hanno fatto al cinema, sono sicuramente tra i meno peggio, ma da qui ad osannarli ce ne passa.

Voto: 4.5. Cosa abbiamo imparato da Burn After Reading? Davvero niente...
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lunedì 22 settembre 2008

IMDbPY 3.7!

IMDbPY 3.7, ed il mondo ti sorride!

In questa nuova versione, un set di parser html nuovi di pacca (ed ancora ampiamente da testare... ;-)) basati su DOM/XPath, sviluppati in larga parte da H. Turgut Uyar - che ringrazio calorosamente.

Abbeveratevi tutti alla fonte!
Potrebbe non causarvi scompensi letali, se assunto in modiche quantità e dietro consiglio del vostro esorcista.

mercoledì 17 settembre 2008

la isola della mueeerte!

Ahhh... gli Z-movies con Malcolm McDowell, che soddisfazione. :-)
Ed in Island of the Dead - L'Isola della morte ci sono pure le mosche assassine! Cosa chiedere di più?

Talisa Soto è una improbabile investigatrice della sezione persone scomparse; si sta occupando del caso di 1/2/3 bambine svanite nel nulla, quando per motivi tutti suoi si reca su Hart Island, dove pare che i New York-esi gettino i propri cadaveri come spazzatura.
Ci troverà alcune sgradite presenze: oltre al già citato McDowell, qui tycoon sul punto di spianare l'isola per costruirvi un complesso immobiliare destinato ai poveri e derelitti (che nella sua testa si pagherebbero l'affitto sottoponendosi ad esperimenti per le case farmaceutiche...), ci sono pure delle mega-mosche-assassine (in realtà tali mosche, quando vengono inquadrate, sono creaturine normalissime).
Indecisa su quale sia la presenza più molesta, combatterà entrambi con la giusta dose di sdegno e disapprovazione.
Non mancano pure alcuni detenuti, sull'isola per lavori socialmente inutili (tra questi pure Mos Def), che ci delizieranno con battute, gags ed elevate elucubrazioni sulla vita, la morte, l'avidità umana e la patacca.
All'arrivo delle mosche assassine che infettano le persone e le uccidono in pochi minuti (facendole diventare incubatrici per altre bestiole), tutti perdono quel poco di buon senso che avevano ed iniziano a fare una vaccata dietro l'altra.
Trattasi di selezione naturale in atto. :-)

Film pregno di bruttezza, realizzato senza alcuna voglia e capacità, eppure in grado di trasudare una fastidiosa aria di supponenza (si crede molto d'essere, con i monologhi interiori di Talisa, che non parano in niente).

Da non perdere: il tizio che muore sullo sfondo, nel disinteresse generale dei suoi presunti amici; i suddetti amici che poi recuperano il corpo e per dargli degna sepoltura scendono in una enorme fossa comune profonda 6 metri ed... iniziano a scavare; la solita pompa di benzina che esplode con un fungo atomico.

Più auto-punitivo (mooolto lento e noioso) che trash, è comunque da consigliare ai grandi fan di McDowell (della Soto no: se ne va in giro tutto il tempo con un cappotto...)

Voto: 1. Trashometro® 4/10:
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sabato 13 settembre 2008

hancock

Stroncaticchio dalla critica, non partivo con grandi aspettative per Hancock; in effetti i suoi difetti sono evidenti e non certo piccoli, però alla fin fine qualcosa di decente sotto c'è.

Hancock è (per quanto ne sapeva...) l'ultimo della sua specie: immortale, invulnerabile, fortissimo ed in grado di volare.
Un vero supereroe, non fosse che non si sente minimamente in dovere di aiutare il prossimo, e quando lo fa riesce sempre a creare più guai di quanti ne risolva.
La città di Los Angeles gli è ostile, almeno finché non salverà la vita ad un PR idealista che si impegnerà per cambiare la sua immagine.

Inizia cazzaro per poi virare su tematiche più serie, cosa che lo fa forse risultare un po' confuso (nello stile se non nelle intenzioni).
Tutto sommato prevedibile la prima parte, anche se non mancano i momenti simpatici; si eccede un po' con le parolacce e l'umorismo greve (che richiede più classe, se proprio lo si vuole mettere).
Nella seconda metà si scoprono i segreti dell'eroe e le sue origini; le idee qui non sono affatto malvagie, ma risentono del difetto principale dell'intero film, cioè il risultare eccessivamente didascalico: poche le scene con del pathos, le inquadrature si susseguono senza suscitare molto nello spettatore (non ci si diverte troppo, non ci si commuove troppo).

Insomma: una lieve ritoccatina alla sceneggiatura, una robusta ripulita ai dialoghi ed un regista che non fosse un dilettante, e sarebbe stato un eccellente film; purtroppo, tocca accontentarsi.
I "cattivi" andavano definiti meglio e sul finire avrebbe dovuto osare di più in quanto a sacrifici (ma mi rendo conto che è chiedere troppo, alla Hollywood del 2008).

Bravo Smith, Jason Bateman non dà esattamente fondo alle proprie capacità (posto che...), per colpa anche dei dialoghi. La Theron è sempre una meraviglia da guardare, ma il personaggio andava reso meglio.
Non mi hanno fatto impazzire gli effetti speciali: tutta roba che ormai si fa regolarmente - e meglio - in produzioni medio-alte, ed in alcuni casi stridevano un po' (all'inizio forse la cosa era voluta, con il "volo ubriaco", ma poteva comunque essere reso meglio).

In definitiva, simpaticuccio, ma non se ne esce proprio contenti.

Voto: 6 (+/- 0.5 a piacere).
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mercoledì 10 settembre 2008

[tripla/3] inner sanctum ciu

Dopo una tricologica delizia come City Ninja e prima di quella poderosa turcata di Turkish Star Wars, pareva giusto decomprimere le traboccanti vesciche del trash con un film semplicemente lento e brutto. Così, per farsi del male. :-)
In questo senso Inner Sanctum II (Oscura Vendetta) si è rivelata una scelta eccellente, forse anche e soprattutto perché ci si è ben guardati dal procurarci anche il primo.

Spacciato da alcuni come thriller erotico (del resto il prolifico Fred Olen Ray è stato attivo anche in quei malfamati quartieri), in realtà mostra meno pelle di una qualsivoglia pubblicità dei cereali; diciamo che è un dramma-thriller con venature horror (alquanto mal riuscite). Peccato: Jennifer Ciesar nel ruolo dell'Infermiera Cosciona® aveva anche il suo perché...

C'è 'sta tizia (ehi, è la compianta Margaux Hemingway!) che sta poco bene perché ancora si strugge per aver accoppato il marito che a sua volta cercava l'uxoricidio; le restano un sacco di libri stupidi da leggere ed una grande casa, in cui si installeranno - oltre alla suddetta porno-infermiera ed al giardiniere enegumeno che si stantuffa quest'ultima ogni 3x2 - pure il fratello del non-così-compianto marito e la di lui moglie.
Comparsate del marito morto che, con una maschera gommosa da far invidia agli zombie di Thriller, cercherà di far impazzire l'ex mujera.

Se sembra noioso a morte, avete ragione; si riesce comunque ad apprezzare la pochezza di mezzi con cui è stato fatto. E non parlo di soldi, in qualche maniera adeguati ad una qualunque produzione a basso costo: è che qui proprio manca l'ABC della regia e della recitazione. I personaggi sono a dir poco improbabili (il dottore-investigatore è assurdo, per tacere di infermiera e giardiniere).
Sul finale si cerca di dare un colpo d'ala ad una storia che sembra un colabrodo, ed anche l'amante del brutto avrà alcune piccole soddisfazioni (dalla stupidità del tutto, se non altro).

Insomma, non è un film che consiglio agli amanti del trash, ma se lo beccate per sbaglio alle 2 di notte, può essere una buona occasione per (citazione colta) dire "tivvù: INSTUPIDISCIMI!" (o una buona occasione per andare a dormire, vedete voi) :-)

Voto: 2. Trashometro® 1/10: (infermiera cosciona!)
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