martedì 8 maggio 2007

clerks 2

Avevo adorato Clerks., così come Mallrats e Chasing Amy.
Poi la carriera di Kevin Smith aveva preso una strana china: Dogma mi aveva lasciato a dir poco freddo, presentando poca polpa e poco divertimento; non ho visto Jay and Silent Bob Strike Back (che mi riprometto di recuperare) ma non mi pare sia considerato travolgente, ed infine ci fu quello strano progetto di Jersey Girl.
Non dissimile, mi dicono, il calo di qualità dei suoi fumetti; veniva quasi il dubbio che avesse finito la birra e le idee, bruciandosi (come già successo a molti) in pochi anni.

Non riponevo dunque molta fiducia in Clerks II, ed è quindi stato un piacere scoprire d'essermi sbagliato.

Dieci anni dopo gli eventi del primo film Dante e Randal si ritrovano ancora insieme, questa volta - dopo un incendio al caro Quick Stop - come commessi in un fast-food: non esattamente una carriera con rosee prospettive, dunque. Il loro spirito è ancora quello di due ventenni, certo, ma presto dovranno affrontare il fatto di non essere più dei ragazzini: Dante è in procinto di sposarsi e di trasferirsi in California, mentre Randal sembra deciso a non crescere ed ha serie difficoltà ad affrontare la prossima partenza dell'amico. Catalizzatore di una serie di cambiamenti sarà Becky, gestrice del locale verso la quale Dante scoprirà di provare qualcosa che va oltre l'amicizia.

Se pensavate che il primo Clerks fosse volgare, ricredetevi: questo lo è un paio di ordini di grandezza di più; oscenità, bestialità, raccapriccianti deviazioni verbali e fisiche, insulti, blasfemie assortite e fine erotismo inter-specie: Clerks II non si fa mancare proprio niente, e lo fa in maniera a dir poco cruda.
Eppure, oltre ad essere (quasi) sempre molto divertente sotto l'aspetto del greve umorismo (e non è comunque facile: sconfinare nella commediola volgarotta è facile e ci vuole una certa classe per non caderci), il film funziona anche come commedia sull'amore e l'amicizia: la trama è semplice ma solida e ben narrata, mentre i dialoghi sono di ottimo livello e toccano le corde giuste.

Geniali (ma troppo poche!) le dissertazioni filosofico-cinematografiche: assolutamente imperdibile quella su quale sia La Saga® tra Guerre Stellari ed Il Signore Degli Anelli, con dettagliata descrizione di quale avrebbe dovuto essere il finale di quest'ultimo. :-)

La regia mantiene sempre il ritmo alto e si fa attenzione a non includere parti che avrebbero potuto allungare il brodo (classico errore che uccide le commedie); bravi gli interpreti, in particolare la sempre spettacolare Rosario Dawson dalla quale è difficile distogliere lo sguardo. C'è anche il solito cameo di Ben Affleck
A voler cercare un difetto forse si sarebbe potuto dare più spazio e dialoghi migliori a Jay e Silent Bob, ma va di lusso anche così.

Voto: 7.5 (noi lo facciamo!)
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