I francesi sono noti ed apprezzati nel mondo per la solerzia con cui si calarono le braghe di fronte ai crucchi; a difesa dei mangia-baguette va però detto che il tutto faceva parte di un diabolico piano, conclusosi di recente con la produzione di Frontière(s), in cui i seguaci del baffetto vengono sbeffeggiati e costretti a partecipare ad uno dei peggiori film di tutti i tempi.
Nessuno ha mai detto che fosse un buon piano.
La periferia di Parigi (mon dieu, le banlieues!) è in preda al caos, con rivolte popolari e saccheggi. Per non sentirsi esclusi, cinque fessi figli-dei-figli delle colonie - che tante soddisfazioni terroristico-calcistiche hanno dato alla madre patria - pensano bene di dedicarsi ad una rapina.
Andrebbe anche egregiamente (tanto che uno ci lascia le penne lasciando più bottino per gli altri), non fosse che si fanno prendere dal panico e decidono di battersela. Dunque si separano per darsi appuntamento ad una imprecisata frontiera (l'idea è andare in Olanda, quindi suppongo sia la frontiera che sulle cartine sta a destra).
Quando i primi due del gruppetto arrivano all'albergo-prima-della-frontiera (i francesi vivono di monadi, si direbbe) vengono accolti da due laide fanciulle che se li trombano senza se e senza ma.
Ahiloro, saranno vittime di uno scontro di (in)civiltà e basterà un "puttane" (titolo onorifico, in certi circoli, si vede) per scatenare l'ira del fratello e della famiglia allargata delle due disinibite-ma-non-peripatetiche signorine.
Inizia dunque un insensato gioco al massacro, che si scoprirà orchestrato dall'ottuagenario Herr Klaus Schumacker Achtung Von Nibelunghen, che gestisce questa allegra combriccola di sbiellati nazisti, dediti all'allevamento di maiali nutriti in maniera sana (la gente che passa di lì).
Per non farsi mancare nulla: ciccioni, merda, sangue, celle frigorifere piene di cadaveri, miniere popolate da bambini abbandonati e sicuramente dimentico molto altro.
Non si creda però che sia sufficiente una idea idiota, per fare grande spazzatura cinematografica: bisogna anche realizzarla con sapienza, e il buon Xavier Gens (già regista di quella sozzata di Hitman) ci mette tutta la sua abilità.
Vera cifra stilistica del film, l'abuso di urla: si va avanti a sgolarsi senza costrutto per quasi 100 minuti. E non parlo di quelle belle urla di terrore, no-no: siamo più dalle parte di sguaiati versi da ritardati; dopo poco, vi uniterete al coro, ve lo assicuro.
Per il resto, consci dei propri limiti, si punta più sul disgusto: feci in quantità industriale, un po' di tortura, teste che esplodono e tutto il repertorio.
Imperdibili le molte scene di combattimento e le sparatorie, anche coi mitragliatori in uno stanzino di 3x3. Non male anche i due pirla che, dopo un incidente in aperta campagna, decidono di fuggire... in un pertugio dove prontamente restano incastrati.
Riprovevole la colonna sonora, piena di F-rap ed F-hip-hop.
Ci sarebbe anche della profonda critica sociale, visto che le rivolte scoppiano a causa della elezione a presidente del Cattivo®, ma preferisco tacere...
Sia chiaro: risulta divertente solo se preso con estremo spirito di cazzeggio - in sé è una insostenibile porcata di 108 minuti.
Voto: 1.
Trashometro® 7/10:
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