domenica 23 luglio 2006

Io, Robot

Nel 2035 Willy, il principe di Bel Air, ha finalmente messo la testa a posto e si è trovato un lavoro come detective della omicidi. Lui, notoriamente poco avvezzo a qualsivoglia tecnologia non sia un mega-mangianastri portatile a doppia piastra, viene chiamato ad indagare sul misterioso suicidio di quel gran manico del dottor Zefram Cochrane il quale, qualche decennio prima della propulsione a curvatura, aveva inventato pure il cervello positronico e le tre leggi della robotica. Un vero talento! (anche perché, a questo punto, dovrà stabilire il primo contatto da morto... rendendo l'incontro coi vulcaniani il primo caso di eso-necrofilia ;-))

Tornando a noi... per la fortuna del buon Willy, verrà aiutato nell'impresa da Rachel del Coyote Ugly, che a forza di mance e di flirt coi clienti ha imparato il mestiere di robopsicologa.

I, Robot si ispira in maniera talmente vaga ai libri di Asimov che tutto ciò che rimane sono alcuni nomi di persone e cose.

Detto questo, pur con parecchie ingenuità ed uno sviluppo della trama così-così, il film nel complesso si lascia guardare.

Tra gli aspetti negativi c'è certamente la scadente introduzione ai personaggi ed un tono troppo leggero: una sana virata sul cupo avrebbe giovato.

La trama, pur con delle pecche e poco coraggio nel finale, non è poi una catastrofe ed ha alcuni momenti pregevoli purtroppo sfruttati solo in parte (il salvataggio dall'auto finita in mare, la battaglia tra robot); davvero eccellenti gli effetti speciali: i robot, benché molto diversi dalla visione asimoviana, sono spettacolari e molto ben animati.


Nessuno si aspetti di vedere qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile - per qualità - ai libri di Asimov, ma alla fin fine mantiene la promessa di un paio d'ore di intrattenimento.


Voto: 6.
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