Se in passato mi ero lamentato come una zitella inacidita della futile tecnologia stereoscopica (promettendo a più riprese di non guardare più merda sedicente 3D, salvo poi cedere al masochismo), mi sono infine reso conto di aver vissuto in un mondo meraviglioso, finora!
Ho infatti scoperto che i (troppi) film treddì visti in passato si basavano tutti sulla (pessima) tecnologia RealD Cinema a cui, molto umilmente, mi sento in dovere di presentare le mie scuse dopo averla immeritatamente ricoperta di guano a piene mani.
Cara tecnologia RealD Cinema,
è vero che fai proprio schifo, ma proprio tanto-tanto-tanto, così tanto che assieme agli occhiali dovrebbero fornire un sacchetto per il vomito, ma tutti i tuoi difetti scompaiono di fronte alla stupefacente versione cinematografica dell'orchite: il riprovevole Dolby 3D!
Il Dolby 3D, come inizialmente concepito dai fratelli Lumiere. (causa limiti tecnici, allo spettatore era chiesto di porsi davanti alla locomotiva) - fonte: Wikipedia che ora provvedo a modificare per rendere ciò un incontrovertibile fatto storico |
- abbattere la luminosità di un buon 80%.
- dimezzare la saturazione.
- aggiungere orridi artefatti ai lati (sono quasi certo che il protagonista abbia usato Oscar Luigi Scalfaro come controfigura per tutte le scene in cui compariva all'estrema destra dello schermo).
- rendere di merda un abbondante terzo degli effetti stereoscopici, con le figure sullo sfondo ridotte a codici a barre.
- non dare praticamente alcun senso di profondità nei restanti casi.
- vietare nella maniera più categorica - pena mal di mare, senso di ubriachezza e conseguente naufragio nei pressi dell'isola del Giglio - il benché minimo movimento della testa (non oso immaginare cosa accada se si è seduti in posizioni decentrate, ma posso supporre che in quel caso la maschera abbia il compito abbatterti per porre fine alle tue sofferenze).
John Carter della Nebbia in Val Padana. |
Confido che alle brillanti menti dei Dolby Labs ed a tutti i promotori dell'attuale revival di tre-dita-su-per-il-gufo-per-una-esperienza-più-coinvolgente venga presto dedicata una sala al museo islandese dei cazzi, come degno riconoscimento per il contributo dato all'arte cinematografica.
E comunque c'è un solo John Carter, che avrebbe meritato un film.
"Presto! Dobbiamo risolvere chirurgicamente questo drammatico caso di kiappotridigisomia prima che il paziente perda l'uso del braccio! Macheteeee!" |
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