In fatto di (quasi) giovani registi, la Corea (del Sud, serve dirlo?) può vantarsi di un nome del calibro di Chan-wook Park. L'Italia può vantarsi d'avere Muccino. E sì che - diciamolo chiaramente - i coreani sono ben più sfigati di noi, dai...
Lady Vendetta è il terzo capitolo della trilogia sulla vendetta di Park (di cui mi pento di non aver visto il primo capitolo, che spero di recuperare al più presto).
Una giovane donna sconta 13 anni di galera dopo essersi accusata dell'omicidio di un bambino. Tredici anni passati in maniera (apparentemente) impeccabile, mentre in lei covava un unico desiderio: uscire per poter rintracciare il vero omicida e fargliela pagare.
Lentamente costruisce intorno a sé una figura quasi mistica; per anni distribuisce favori con lo scopo di costruire una rete di amicizie che l'aiuteranno una volta uscita di galera.
Rintracciare il colpevole non sarà un problema; la parte davvero elaborata sarà la vendetta vera e propria. Una vendetta complessa, che somiglia alla giustizia pur non essendo tale, e che - caso raro - non sarà una questione strettamente personale.
Assolutamente perfetto sul piano visivo: Park è semplicemente geniale nel costruire la scena e nel montare la vicenda; acuto e grottesco nell'inventare le situazioni chiave e tremendamente crudo quando serve.
La trama qui è più lineare e (un po') meno originale e surreale che in Oldboy (che, in generale, ho preferito), ma non meno efficace.
Forse troppo coreano nel finale simbolico (che ho apprezzato il giusto), ha un buon numero di momenti da antologia: la discussione via interfono e la fila di persone con l'impermeabile sedute sulla panca su tutti.
Voto: 8.
Tags: vendetta, carcere, omicidio, tortura, violenza, Park, crimine, dramma, thriller.
1 commento:
Io ho visto anche Sympathy for Mr vengeance e credo che dei tre il migliore continui a rimanere Old Boy :)
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