Per pensare di dare un seguito ad una serie che è una pietra miliare come Gunbuster (Top o Nerae!) ci vuole un gran fegato o una desolante carenza di idee originali. Forse la genesi di Gunbuster 2 (anche Diebuster) deriva in parte da entrambi i fattori, ma sono rimasto piuttosto soddisfatto dal risultato.
In un futuro molto lontano da quello della prima serie, l'umanità risulta confinata al sistema solare da uno sbarramento di Mostri Spaziali. Di tanto in tanto, tali mostri penetrano nel sistema con l'intento di attaccare i Topless, ragazzi nati con particolari poteri mentali, gli unici in grado di attivare e comandare gli enormi mecha usati per sconfiggere i mostri.
Non che le cose siano così semplici: ci sarà da scoprire molto sulla vera natura dei mostri, mentre monta il conflitto tra la fratellanza dei Topless e gli umani comuni, che stanno approntando una armata spaziale per vincere i mostri autonomamente.
Un nuovo enorme attacco, e l'umanità sembra spacciata.
La serie, come la precedente, parte lenta ed i primi due/tre episodi (su sei) possono un poco deludere: il tono sembra eccessivamente cazzaro e semplicistico, coi robottoni quasi magici e personaggi tagliati con l'accetta.
Poi inizia la parte - relativamente - seria e, benché si sorvoli su troppe cose e molto resti poco chiaro, il clima cambia: quello che sembrava assodato viene messo in dubbio e la trama inizia i suoi risvolti drammatici.
Gunbuster è sempre stato sinonimo di esagerazione: i robot sono potentissimi ed i nemici immensi. Diamine, nel primo veniva fatto implodere Giove! Non è mica una cosa da serie morigerata!
Qui si fanno dei passi in avanti, e l'esagerazione supera ogni confine.
È ovviamente richiesta una buona dose di sospensione dell'incredulità, ma tutto sommato nel suo contesto ci può stare.
Notevoli gli ultimi due episodi, drammatici al punto giusto: alla fine si arrva ad apprezzare tanto la trama quanto lo sviluppo dei personaggi.
Pregevole il ricongiungersi con gli eventi della prima serie.
Alla regia non sfigura Kazuya Tsurumaki, mentre Hideaki Anno (che si dice in progressivo allontanamento dai Gainax) pare si sia limitato a metterci la firma.
Yoshiyuki Sadamoto non ci fa mancare l'usuale fan-service.
Opera imperfetta, ma da non scartare dopo i primi due episodi.
Nota di demerito ai distributori inglesi: confezione miserrima ed audio solo giapponese. Sottotitoli in inglese che - udite udite - mancano su una delle ultime fondamentali frasi (per fortuna il senso è ovvio, e comunque c'è pure il francese).
Voto: 7.5.
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