domenica 28 giugno 2009

transformers: revenge of the fallen

Se questo è il futuro...

Prima di tutto, voglio sapere dove si comprano i jeans bianchi di Megan Fox; magari sul mio culo non faranno la stessa figura, ma diamine: ci fa tutte le guerre puniche e restano immacolati neanche li avesse appena lavati Mister Grey-ottimo-direi.
Detto ciò, a parte i jeans magici ed il contenuto dei suddetti, il resto di questo nuovo entusiasmante capitolo della saga di Michael Bay è imbarazzante a molti livelli: personalmente, mi sono sentito insultato da un film il cui concetto di gag è un cagnolino che cerca di fottene uno più grosso (e credevo che in merito i fratelli Farrelly avessero detto tutto, peraltro).

Non si creda però che nelle due ore e trenta (ma sembra durarne almeno otto) di questo bel Transformers: La Vendetta del Caduto non ci sia stato tempo per inserirci la sua porca trama: veniamo infatti a sapere che i buoni combattono i cattivi e la cosa va avanti da un bel po'. Ed ora continuano a farlo. Verosimilmente continueranno a farlo in futuro.
Grazie alle abilità del regista, la ricca sceneggiatura non soffoca però l'azione, e continueremo a zompettare avanti e indietro per l'universo senza costrutto per tutto il tempo. Elenco incompleto: casa di uno, officina di una, college di uno, Egitto, Giordania-o-giù-di-lì, base Diego Garcia, Pentagono, un satellite di Saturno, la piramide che l'amico di Giacobbo sta devastando a suon di buchi, Pechino-o-Shanghai-che-differenza-fa, qualche altra base segreta, un po' di satelliti artificiali, il tempio di re Salomone-o-facente-funzioni, la Terra ai tempi degli uomini delle caverne-si-stava-meglio-quando-si-stava-peggio, etc. etc. etc.
Per fortuna tutto questo zompare non stranierà lo spettatore, che si sentirà sempre a casa ritrovando ovunque sempre gli stessi cartelloni pubblicitari (a proposito: sono uscito dal cinema con l'impellente necessità di acquistare Qualcosa, Qualunque Cosa®: dal vero amore ad uno space shuttle) e sempre le stesse rassicuranti giga-ultra-thunder-esplosioni con contorno di mega-iper-smilo-robottoni che si tirano delle gran sportellate.

Seppelliamo le prove attoriali in pieno overacting di tutti i comprimari (povero Turturro), menzione di merito va allo sguardo bovino di Megan Fox ed ai primi piani di Shia LaBeouf. Quando poi quest'ultimo fa le smorfie da possessione robo-demoniaca, è da antologia del trash.
Se questo è il futuro della recitazione, la Pixar ha la strada spianata.

I dialoghi dovrebbero essere somministrati solo sotto stretta sorveglianza medica; banalità sconcertanti che risultano imprevedibili solo per un motivo: nella tua testa inizi a pensare "no dai, non sta per dire QUELLO, dai...". E invece, puntualmente...
E sì che dietro la sceneggiatura c'è pure l'inspiegabilmente osannato Roberto Orci.
Se questo è il futuro della sceneggiatura, tanto vale reclutare un milione di scimmie tabagiste.

Vorrei pure dire qualcosa sugli effetti speciali, ma non saprei da dove cominciare: suppongo che i modelli siano ottimi, ma chi ci capisce qualcosa con la telecamera in mano ad un inetto col Parkinson? Tutto accade mentre l'obiettivo ruota vorticosamente attorno a qualunque altro oggetto (spesso neppure quello in primo piano); se lo scopo era indurre il vomito, pollice su per Michael Bay.

Potrei continuare per ore ad elencarne i difetti, con il PG-13 a farla da padrone ed il mix andato a male tra fine-di-mondo e commediola-cretinotto-romantica già visto e detestato nel primo, ma davvero non me la sento.
Se questo è il futuro del cinema, faccio obiezione di coscienza.

Poi ad un tot di gente è piaciuto (in sala quasi tutti si spanciavano dalle risate, quindi quello strano sono io): buon per loro; per quanto mi riguarda, non riesco proprio ad inquadrare questo genere di film - nonostante sia un grande fan del cinema d'azione da vedere a cervello disattivato. Qui no, siamo troppo sotto qualunque standard di decenza.

Voto: 1.
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giovedì 25 giugno 2009

Mega Shark vs Giant Octopus


"HOLY SHIT!" mi pare un commento più che consono.

Mega Shark si fa uno snack.

Il mondo contempla sgomento Giant Octopus. O Lorenzo Lamas? Li confondo sempre.

Trovo che la produzione della Asylum-di-nome-e-di-fatto un tantinello compiaciuta; in fatto di stile la Troma dei bei tempi era tutta un'altra cosa. Non si può però restare indifferenti di fronte alla magnificenza di un Mega Shark vs. Giant Octopus, non tanto per l'opera in sé, quanto per il coraggio e l'incoscienza necessarie per produrlo e per parteciparvi.

Mentre se ne va a zonzo per i fondali della sua carriera col suo bel sottomarino, Deborah 'Debbie' Gibson libera inavvertitamente due vecchi amici imprigionati nel ghiaccio: Mega Shark e Giant Octopus.
Devo davvero aggiungere qualcosa alla trama?
Oh sì, ad un certo punto compare anche Lorenzo Lamas.

Se vi accingete a vedere un film del genere e con un titolo simile, sapete già cosa aspettarvi: un ora e mezza di sofferenza, intermezzata da sprazzi di vero genio.
Come testimoniano le immagini, Mega Shark fa la parte del leone, sbranando il Golden Gate ed abbattendo un jumbo in volo (in pieno oceano: quel coso salta dieci fottuti chilometri!)
Dispiace un po' per Giant Octopus, ma le sue gesta non sono altrettanto memorabili: stritolare una piattaforma petrolifera ed un paio di sottomarini è roba quotidiana, dai tempi di 20.000 leghe sotto i mari.
Si difendono egregiamente gli esseri (sub)umani, con militari coi mitragliatori spianati e gli occhiali da sole all'interno di un sottomarino ed ovviamente il tris di scienziati che rimescola brodaglie fosforescenti con entusiasmo giovanile.

Assenti (giustificati, dato il titolo) regia, sceneggiatura e recitazione, indifendibili gli effetti speciali con i mostroni digitali (Lamas incluso) mostrati solo per pochi secondi.
Atroce il sonoro, con il parlato che risulta più spesso che no incomprensibile. Non che ciò sia un male.

Diciamo che è un titolo riservato ai veri cultori del genere.

Voto: 1. Trashometro® 10/10: Holy shit!
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martedì 16 giugno 2009

[ninja] ninja reprint/3

È passato molto tempo dall'ultima racconta ninjesca, ma d'altra parte - esaurito il grosso della produzione due-in-uno reperibile di Godfrey Ho - è difficile trovare qualcosa di adeguato.

Prima di iniziare, un pensiero commosso va a David Carradine, che se ne è andato da vero eroe (vedere alla voce "cose che non vorresti essere trovato morto mentre le fai" - il combattere sette segrete ninja, intendo... )

But now... ninja reprint once again!
  • Wu Tang vs. Ninja: titolo menzognero per un film imperdibile; risate malvagie, tappeti volanti ed odontoiatria fai-da-te! Recuperatelo.
  • Leopard Fist Ninja: un film "singolo" del nostro Godfrey; piuttosto doloroso, ma la presenza di Jack Lam è sempre una garanzia (di film pessimo, intendo).
  • Revenge Of The Drunken Master: drunken sul serio, questo film del signor Ho; pungiglioni, maestri morti e colpi segreti all'ombelico. Meritevole.
  • Secret Ninja, Roaring Tiger: forse sempre di Godfrey Ho o forse no; nel complesso alquanto doloroso, ma chi sopravviverà verrà premiato con scene imperdibili: autocombustione di giornaletti porno mediavali, tette annulla-poteri e sicuramente molto altro che il mio cervello si è rifiutato di ricordare - e poi ci sono Jack Lam e Dragon Lee! Maneggiare con cautela (il giornaletto porno medievale, intendo).
  • City Ninja: probabilmente non si tratta di una Ho-production, ma chi ci capisce qualcosa? Film eccelso, con pugili tisici, asiatici pettinati alla Beatles e sesso in ogni dove. Farà male, ma è da vedere, anche a costo di uccidere l'uomo con la ceralacca in testa pur di procurarselo.
  • Ninja Phantom Heroes: ancora un Ho incomprensibile a livelli patologici; il ninja ben vestito merita, ma per il resto è paragonabile solo ad un'esperienza di quasi-morte. Solo per stomaci forti.
  • Dragon Lee vs The Five Brothers: un film travolgente; grandi combattimenti, trama delirante, Uomini Morenti® e Dragon Lee che salta come un grillo. Da vedere.

Fuori dal filone orientale e/o prettamente d'arti marziali, non posso non citare:
  • Fist of the North Star: cast stellare per il film definitivo sulla violenza di fine secolo di cui tutti noi vorremmo essere vittime! UATTÀ!
  • Turkish Star Wars: no dai, sul serio...
  • Quattro Carogne A Malopasso: signore e signori... il film che vi farà diventare dei cowboy. O dei mafiosi. O più probabilmente entrambe le cose. Vera leggenda del trash italiano, non potete sottrarvi a Quattro Carogne A Malopasso (provincia di Trapani).



Ninjoy, my friends!

sabato 6 giugno 2009

terminator salvation

Piuttosto futile, questo Terminator Salvation.
Con questo non voglio dire che non abbia i suoi meriti; ad esempio ha fatto molto in tema di diritti civili: fa infatti molto piacere sapere che non solo se ad uno tira il culo può liberamente decidere di farsi chiamare McG, ma addirittura che - nonostante questo evidente handicap - può pure riuscire a farsi dare 200 e rotti milioni di dollari per dirigere Il Film Che Ha Di Dentro E Che Avrebbe Fatto Meglio A Rimanerci®.

Interamente (o quasi) ambientato nel futuro, ha il merito di non riproporre l'ennesimo salto temporale con conseguente caccia all'uomo (o donna). Fine dei meriti, temo.

Il giorno del giudizio è passato e le macchine regnano quasi incontrastate in un futuro simile ma diverso da quello prospettato nei primi due film (che, del resto, aprivano una diversa linea temporale).
La resistenza si sta organizzando, e con una serie di colpi ben assestati sveleranno alcuni dei piani più segreti del caro vecchio Skynet - che è mia opinione sia solo vittima di una grave carenza d'affetto.
Seguiamo dunque le spensierate scampagnate di John Connor, che avrà il suo bel daffare per evitare che il giovane Kyle Reese finisca vittima delle macchine; il marasma sul nuovo tizio che compare è puramente accessorio (cioé, nelle intenzioni sarebbe la trama principale, ma sorvoliamo...)

Premesso che ho adorato i primi due e che mi è piaciuto pure il terzo (che rilanciava in maniera brillante il giorno del giudizio), questo nuovo capitolo non aggiunge davvero nulla di significativo alla saga.
Parte anche bene, e la prima mezz'ora è una introduzione degnamente costruita; poi però tutto va in malora: i personaggi non si sviluppano e restano piattissimi e le loro motivazioni spesso inconsistenti. Anche tralasciando i ragionamenti sulle linee del tempo alternative create - che a ben guardare temo facciano saltare buona parte dei presupposti del film, ma facciamo finta di nulla che a ravanare col tempo son sempre guai - quel che proprio manca è il senso di conseguenza tra le azioni.
Una marea di personaggi buttati lì tanto per fare (i capi della resistenza? I bifolchi alla stazione di servizio? La pilota di yet?) non aiutano a farsi coinvolgere dal film; nessuno degli interpreti si discosta poi dalla mediocrità, e viene da chiedersi a che pro chiamare Bryce Dallas Howard ed Helena Bonham Carter.
Scene d'azione non eccelse, ma ci si poteva quasi passare sopra se ci fosse stata una trama degna di questo nome e se fossero state inserite in un contesto semi-credibile. Invece ci si trova con la resistenza che si intrufola con semplicità disarmante in alcune delle basi fondamentali di Skynet (la fabbrica in cui salta fuori un singolo T-800 a combattere grida vendetta).
E poi diciamolo, per quanto sospensione dell'incredulità uno possa avere, è lampante che Christian Bale - dopo madre, sorella e tecnico luci - potrebbe prendere a calci in culo tutti i Terminator di questo mondo!

Spettacolari gli effetti speciali, ma non mi aspettavo di meno.
Nel complesso, occasione sprecata che si inserisce a pieno titolo nel novero dei nuovi filmetti d'azione pseudo-apocalittici alla Transformers, cosa del resto confermata dalla ricerca sfrenata del PG-13 (per ovvi motivi i precedenti capitoli erano R, ma al giorno d'oggi pare essere un marchio d'infamia, per certe produzioni...)

Voto: 5. Si sguardicchia anche, ma poi?
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martedì 2 giugno 2009

[BSG] stagione 4 (1/2)

Ed ho finalmente avuto il tempo di vedere anche la prima metà della quarta stagione di Battlestar Galactica; devo dire di non essere del tutto convinto della piega che ha preso la trama principale.

Riprende dove la terza stagione aveva lasciato, e cioé dal fatto che quattro dei "final five" sono stati svelati (al pubblico, non agli altri membri della flotta). Come ovvio eviterò gli spoiler più clamorosi.

I primi due episodi costituiscono quel che è stato rilasciato anche come Razor, e sono incentrati sulla Pegasus, a partire dal momento in cui sopravvive all'attacco dei Cylons. Molto buoni, aggiungono spessore all'ammiraglio Cain e presentano alcune situazioni interessanti.
Tornando alla Galactica, riprende la ricerca della Terra, ancora sfuggente ma questa volta basandosi su evidenze piuttosto concrete (come sa chi ha visto la conclusione della terza stagione).
Come ovvio anche i Cylons vogliono raggiungerla, ma incontreranno notevoli difficoltà: ciò che accade loro è infatti il vero pezzo forte della stagione, un colpo di scena davvero notevole.
Dove a mio avviso brilla meno, invece, è nella piega mistica che qui viene ulteriormente estesa: Baltar mezzo santone monoteista non mi convince granché, ed in generale c'è un eccesso di visioni ed epifanie che colgono più o meno tutti. Mi stanno benissimo come sottofondo ed anzi contribuiscono a creare un ambiente completo e complesso, ma troppe puntate sono dedicate quasi interamente a queste rivelazioni. Personalmente avrei preferito di gran lunga se ci si fosse concentrari sulle questioni politiche, sociali e militari interne alla flotta (ed anche religiose, ma di nuovo: non a botte di verità rivelate).
Oltre a Baltar, Starbuck sulla Demetrius, i quattro dei final five (che faranno infine outing) e la stessa presidentessa Roslin eccedono - a più riprese - in questo senso.
Tutto questo ha tolto spazio ad altri temi, ed anche all'azione militare: la stessa battaglia che conclude questa metà di stagione avrebbe meritato un approfondimento molto maggiore, data la sua crucialità nella storia.
Sempre per lo stesso motivo, anche i rapporti tra i personaggi soffrono un po' e non si assiste più alle evoluzioni presenti soprattutto nelle prime due stagioni.

Non è certo tutto da buttare, ed a sé stante risulta un eccellente prodotto, ma a per quello che è il mio gusto non regge il confronto con gli eccelsi inizi.

Dopo questa metà, i dieci webisodes The Face of the Enemy, su Gaeta in una situazione alquanto sgradevole (pregevoli); prima ci sarebbero i Razor Flashbacks, che non ho ancora recuperato.

Voto: 7.5 (mi chiedo se sarà rivalutabile vista la seconda metà)
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